Il sigillo dei cavalieri: i due cavalieri sono stati
interpretati come simbolo di povertà o della dualità del monaco/soldato.
Quello dei
"Pauperes commilitones Christi templique Salomonis" (Poveri
Compagni d'armi di Cristo e del Tempio di Salomone), meglio noti come Cavalieri
Templari o semplicemente Templari, fu uno dei primi e più noti
ordini religiosi cavallereschi cristiani medioevali.
La nascita
dell'Ordine si colloca nella Terrasanta al centro delle guerre tra forze
cristiane e islamiche scoppiate dopo la prima crociata indetta nel 1096. In quell'epoca le
strade della Terrasanta erano percorse da pellegrini provenienti da tutta
Europa, che venivano spesso assaliti e depredati. Per difendere i luoghi santi
e i pellegrini nacquero diversi Ordini religiosi. Intorno al 1118-1119 un pugno
di cavalieri decise di fondare il nucleo originario dell'Ordine Templare,
dandosi il compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei
che continuavano a visitare Gerusalemme e assegnandosi anche la missione morale
di riscattare il sangue che era stato versato lungo il cammino delle truppe
europee (e malgrado le violenze commesse in seno al banditismo islamitico).
L'Ordine venne ufficializzato nel 1129, assumendo una regola monastica, con
l'appoggio di Bernardo di Chiaravalle. Il doppio ruolo di monaci e combattenti,
che contraddistinse l'Ordine Templare negli anni della sua maturità, fu sempre
fonte di perplessità in ambito cristiano.
L'ordine
Templare si dedicò nel corso del tempo alle attività finanziarie, gestendo i
beni dei pellegrini e arrivando a costituire il più avanzato e capillare
sistema bancario dell'epoca. Cresciuto nei secoli in potere e ricchezza,
l'ordine si fece nemico il re di Francia Filippo il Bello e andò incontro,
attraverso un drammatico processo, alla dissoluzione definitiva tra il 1312 e
il 1314.
I templari
erano identificabili per la loro sopravveste bianca, a cui in seguito si
aggiunse una distinta croce rossa ricamata sulla spalla, che assunse infine
grandi dimensioni sul torace o sulla schiena, come si vede in molte
rappresentazioni dei cavalieri crociati. Accanto alla croce rossa in campo
bianco, fra i simboli dei templari c'era il beauceant.
Il sistema templare
Ricostruzione di una commenda templare, quella di Coulommiers nella regione dell'Île-de-France
Il sistema templare
Nel corso
della sua esistenza l'Ordine Templare svolse sostanzialmente tre azioni: l'attività
militare, la coltivazione delle terre, la
gestione di sistemi economici e finanziari. Queste azioni furono consentite
dalla formazione di un'imponente struttura territoriale, organizzativa ed
economica, che interessò non solo il Vicino Oriente, ma anche una grande parte
delle regioni europee. Il mantenimento di un ingente gruppo di armati in
Terrasanta richiedeva infatti un adeguato sforzo produttivo anche sul
continente europeo, non solo per rifornire di vettovagliamenti le milizie, ma
soprattutto per sostenere i costi legati alle armi, ai cavalli, alla
flotta navale, alle attrezzature di servizio e alla costruzione di edifici e
fortificazioni. I Templari usarono in realtà una cospicua parte delle loro
ricchezze per costruire numerose fortificazioni in tutta la Terrasanta. In
questa prospettiva la crescita dell'Ordine, che inizialmente si era retto sulle
donazioni dei primi cavalieri, fu ben presto accentuata dal favore del papa
Innocenzo II, che aveva concesso all'Ordine la totale indipendenza dal potere
temporale, compreso l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre al
privilegio di rendere conto solo al pontefice in persona e alla possibilità di
esigere le decime.
La presenza
dei Templari sul territorio di entrambi i continenti, asiatico ed europeo, era
assicurata dalle diverse sedi templari: le Precettorie, le Mansioni
e le Case fortezza o “Capitanerie” (queste ultime due meno importanti
delle Precettorie), largamente autonome dal punto di vista gestionale Precettorie
e Mansioni distribuite in Oriente e in Occidente, Capitanerie soprattutto in
Terrasanta. Nelle grandi capitali (Parigi, Londra, Roma e altre) vi erano le Case,
ognuna delle quali aveva il controllo di una delle sette grandi province
dall'Inghilterra alle coste dalmate in cui i templari avevano diviso la loro
organizzazione monastica. Al massimo del loro fulgore arrivarono
presumibilmente ad avere migliaia di sedi, distribuite capillarmente in tutta
Europa e Medio Oriente, il che indica la loro notevole influenza economica e
politica nel periodo delle Crociate.
Dal punto
di vista organizzativo, si potevano distinguere sommariamente quattro tipologie
di confratelli:
- i cavalieri, equipaggiati come cavalleria pesante;
- i sergenti, equipaggiati come cavalleria leggera, provenienti da classi sociali più umili dei cavalieri;
- i fratelli di mestiere e i fattori, che amministravano e operavano nelle proprietà dell'Ordine;
- i cappellani, che erano ordinati sacerdoti e curavano le esigenze spirituali dell'Ordine.
Vari gradi
di responsabilità di comando e amministrazione erano attribuiti al Maestro
(Gran Maestro secondo una dizione diffusa ma inesatta), ai Commendatari, ai
Siniscalchi, ai Marescialli, ai Gonfalonieri e ad altri ruoli. Alcuni confratelli
si occupavano esclusivamente di attività bancarie, in quanto l'Ordine trattava
frequentemente il denaro e le merci preziose connessi con lo svolgimento delle
Crociate. La parte più significativa dei Cavalieri templari si dedicava
tuttavia alle azioni militari ed erano probabilmente le unità da combattimento
meglio addestrate e disciplinate del proprio tempo, precursori dei
moderni corpi speciali o unità d'élite, identificabili, almeno per
quanto riguarda i Templari delle origini, in una forma embrionale dei corpi di
protezione civile e di difesa civile. A sostegno del corpo militare dell'Ordine
venivano aggregate truppe ausiliarie, anche mercenarie, come i Turcopoli. Ciascun cavaliere
disponeva sempre di due o tre sergenti che lo accompagnavano in battaglia e un
gruppo di sei o sette scudieri per assisterlo sia in tempo di pace che di
guerra, nonché di più cavalli.
A
differenza della totalità degli altri ordini monacali, non sembra che i
Templari abbiano dedicato una parte significativa del loro tempo
all'elaborazione di testi o documenti, religiosi o d'altro genere: a parte le
copie della Regola che ci sono pervenute, non lasciarono tracce consistenti del
loro pensiero; in ogni caso, la damnatio memoriae a cui
furono soggetti avrebbe nel tempo cancellato le loro produzioni. Il maggiore
influsso dei Templari non fu comunque di tipo militare, quanto piuttosto di
tipo culturale ed economico sotto il profilo della diffusione di strumenti
economico-finanziari, con la distribuzione del reddito attraverso la creazione
di posti di lavoro: con le abbazie ed i loro terreni agricoli, con la
costruzione delle cattedrali, l'ordine
portò sviluppo e lavoro in molte parti dell'Europa medioevale, attraverso
un'estesa rete di succursali. Molti governi europei (ed italiani in
particolare) ricorsero ai loro servizi per ottenere finanziamenti, per gestire
le contabilità e le finanze pubbliche.
La Regola
Una raffigurazione tipica dei cavalieri templari in un
manoscritto del 1215
Le prime
testimonianze sulla nascita dei Templari non consentono di definire con
certezza se essi si fossero aggregati sulla base di una regola precisa. Solo
durante il Concilio di Troyes
del 1129 essi assunsero una regola di forma monastica, avallata anche
dall'appoggio di Bernardo di Chiaravalle, sostanzialmente basata su alcuni
elementi della Regola di San Benedetto.
Della
Regola Templare originale possediamo alcuni esemplari, redatti in latino, in quel periodo storico lingua ufficiale
usata nei testi formali, religiosi e laici.Versioni successive privilegiano
invece la lingua francese. I testi che ci sono pervenuti conservano
le tracce di un rimaneggiamento: agli originali cinquanta capitoli, formalmente
conclusi dall'esortazione di osservanza rivolta ai destinatari, risultano
aggiunti altri ventidue capitoli, una sorta di appendice, dotata di un secondo
prologo.
I tre classici
voti degli ordini monastici - povertà, obbedienza e castità – non risultano
esplicitamente espressi. La formulazione della castità appare solo nei capitoli
dell'appendice e sembra soprattutto volta a scoraggiare la convivenza fra fratres
e sorores (cap. 56), implicitamente ammessa però come usanza pregressa,
da evitare per il futuro. Risulta esplicito il consenso all'ingresso degli
uomini sposati (cap. 55) e alla possibilità di una adesione temporanea
all'Ordine, sostanzialmente inconciliabile con una castità permanente. Si
scoraggia poi, sempre in appendice, la frequentazione e l'intimità con donne,
madri comprese (cap. 72). In merito alla povertà, si esortano i cavalieri a
donare tutti i loro beni (solo metà se sposati) a sostegno dell'Ordine, consentendo
però il possesso di terre e l'asservimento di uomini e agricoltori (cap. 51).
In altri
testi posteriori si ammette anzi che sia giustificata la pratica del bottino di guerra.[16] In relazione all'obbedienza, appare
chiaro l'intento di conservare una disciplina collettiva, con limiti
soprattutto indirizzati all'ostentazione degli abiti e degli accessori, al
decoro personale, alle regole quotidiane, alla preghiera, all'alimentazione e alla solidarietà
collettiva. Preciso è il divieto alla pratica di atti di violenza superflua
(caccia e uso di archi e balestre - cap. 46 e 47). Le successive versioni della
regola pervenute, redatte in francese, risultano molto più dettagliate e ricche
di prescrizioni inerenti soprattutto la vita militare, risultando più adatte ad
un Ordine ormai altamente strutturato.
Storia Origini
Fortezze templari in Terrasanta
La nascita
dell'Ordine è da collocarsi territorialmente e storicamente nella Terrasanta al
centro delle guerre tra forze cristiane e islamiche scoppiate dopo la prima
crociata, indetta da papa Urbano II al concilio di Clermont, nel 1096. In quell'epoca le
strade della Terrasanta erano infestate da predoni e fanatici musulmani, che
assalivano e depredavano i pellegrini. Nel 1099 i cristiani riconquistarono la
Terra Santa in mano ai musulmani. L'opinione generale, però, era che la
situazione, col tempo, sarebbe peggiorata: la maggior parte dei cavalieri di
ritorno in Europa sarebbe stata attaccata; le esigue milizie cristiane rimaste
nei territori conquistati si sarebbero dovute arroccare nei pochi centri
abitati.
Alla fine
dello stesso 1099 si presentò il problema di come difendere i luoghi santi e
quei pellegrini che vi giungevano da tutta Europa. Nacquero così diversi Ordini
religiosi che si prefissero l'obiettivo di garantire l'incolumità dei devoti.
Il primo Ordine fu quello dell'Ordine dei canonici del Santo Sepolcro, fondato
nel 1099 da Goffredo di Buglione. Successivamente vennero a costituirsi quello
di San Giovanni dell'Ospedale, di Santa Maria di Gerusalemme o dei Teutonici e
quello del Tempio, che, secondo teorie non da tutti accettate, risalirebbe agli
anni 1118-1120.
Secondo la
storiografia di fonte francese, Ugo di Payns, originario dell'omonima cittadina
francese della Champagne, insieme al suo compagno d'armi Goffredo di Saint-Omer
e ad alcuni altri cavalieri, decise di fondare il nucleo originario dell'Ordine
Templare, dandosi il compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini
europei che continuavano a visitare Gerusalemme.
Secondo
altre versioni[18], il fondatore fu Hugo de Paganis
(nome che compare nel testo originale latino di Guglielmo di Tiro, che però
pare non essere altro che la latinizzazione di Hugo de Payns) originario di Nocera, nell'odierna Campania.
La mancanza
di documenti dell'epoca rende impossibile l'esatta ricostruzione dei primi anni
dell'Ordine del Tempio. Dunque è solo possibile impostare la ricerca attraverso
ipotesi e supposizioni, basate sui diversi documenti successivi.
- Simone di St Bertin - Gli Annali di St. Bertin – cc. 1140
« Durante il suo splendido regno
[l'Autore sta parlando di Goffredo di Buglione] alcuni [cavalieri o crociati]
decisero di non tornare fra le ombre del mondo, dopo aver così intensamente
sofferto per la gloria di Dio. Di fronte ai principi dell'armata di Dio essi si
votarono al Tempio del Signore, con questa regola: avrebbero rinunciato al
mondo, donato i beni personali, rendendosi liberi di perseguire la purità e
conducendo una vita comunitaria, con abiti dimessi, usando le armi solo per
difendere le terre dagli attacchi incalzanti dei pagani, quando la necessità lo
richiedeva. »
Con queste
parole il cronista Simone di Saint Bertin, in data anteriore alla sua morte,
1140, documenta la nascita del gruppo di cavalieri che si votarono al Tempio
del Signore. Simone è contemporaneo agli eventi di cui tratta e, sulla base
delle sue parole, pone la data di nascita dell'Ordine nel 1099, prima della
morte di Goffredo di Buglione, che aveva rifiutato di essere re della città
santa, per assumere il titolo di Avvocato di Gerusalemme. Simone associa
questa nuova milizia al Tempio avvalorando così la qualifica di templari,
rivelando anche una forma comunitaria di convivenza assai prossima al
monachesimo.
Baldovino II cede la sede del Tempio di Salomone a Hugues
de Payns e Gaudefroy de Saint-Homer. Miniatura da Histoire d'Outre-Mer
di Guglielmo di Tiro, XIII secolo
- Guglielmo di Tiro – La Storia delle Gesta in Oltremare – cc. 1184
« Nello stesso anno (1118), alcuni
nobili cavalieri, pieni di devozione per Dio, religiosi e timorati di Dio,
rimettendosi nelle mani del signore patriarca per servire Cristo, professarono
di voler vivere perpetuamente secondo le consuetudini delle regole dei
canonici, osservando la castità e l'obbedienza e rifiutando ogni proprietà. Tra
loro i primi e i principali furono questi due uomini venerabili, Ugo de Paganis
e Goffredo di Santo Aldemaro... »
In queste
righe, scritte alla fine del XII secolo, Guglielmo di Tiro narra i primi anni
dei pauperes milites Christi. La sua Historia, però, compilata
successivamente alla fondazione della Nova Militia e durante il regno di
Amalrico I di Gerusalemme (1162-1174), come quella di Giacomo di Vitry, vescovo
di San Giovanni d'Acri (Historia orientalis seu Hierosolymitani scritta
nel XIII secolo) non conobbe gli anni in cui i primi cristiani giunsero in Outremer per la riconquista della Terrasanta
e non vide la nascita di quegli Ordini che tanti onori meritarono sul campo.
- La Regola - 1129
Uno dei
pochi documenti coevi all'epoca di fondazione fu il testo della regola dei
templari, conosciuto come Regola Primitiva, approvata nel 1129 con il Concilio
di Troyes.
« ...pertanto, in letizia e fratellanza, su richiesta del
maestro Ugo, dal quale fu fondata, per grazia dello Spirito Santo, convenimmo a
Troyes da diverse province al di là delle montagne, nel giorno di S. Ilario,
nell'anno 1128 dall'incarnazione di Cristo, essendo trascorsi nove anni dalla
fondazione del suddetto Ordine, ci riunimmo a Troyes, sotto la guida di Dio,
dove avemmo la grazia di conoscere la regola dell'Ordine equestre, capitolo per
capitolo, dalla bocca dello stesso Maestro Ugo. Pur nella nostra modesta
conoscenza, approvammo ciò che ci appariva buono e utile. »
La Regola
Primitiva è stata tramandata in latino, come proposto nel Concilio di
Troyes, nel 1129, e in antico-francese, datato fra il 1139 e il 1148. Il testo,
seppur diffuso dagli stessi Templari, poco aiuta ad identificare con esattezza
i momenti della fondazione. Il terzo capoverso del prologo di questa regola si
riferisce al 1119 come anno di nascita dell'Ordine, ma lascia aperta la
possibilità che l'inizio delle attività di protezione dei pellegrini possa
essere avvenuta anche in tempi precedenti:
- La Lettera Amarelli - 1468
Un testo
del 1468, Libro nel quale si dimostra la nobiltà dell'antica fameglia
Amarelli Della Nobilissima Città di Rossano, custodito nella Biblioteca
privata della Famiglia Amarelli, a Rossano, riporta la versione italiana di una
lettera, firmata da Ugo de Paganis e datata 1103, nella quale si asserisce che
la prima intenzione di costituire la milizia sia stata formulata a Goffredo di
Buglione, nel 1099. Benché certificata da un sigillo notarile, e nota agli
studiosi già nei secoli passati,la lettera è stata contestata e sottoposta ad
un vaglio critico tuttora controverso.
Gli elementi
di incertezza sono molteplici e gli studiosi non sono concordi
sull'interpretazione di questi documenti. Anche il numero esatto dei cavalieri
che vi aderirono è oggetto congetture non sempre concordi. Mentre il testo
della Regola parla di sei cavalieri, la tradizione parla di nove cavalieri
("Nove uomini aderirono a questo patto santo e servirono per nove anni in
abiti laici che i credenti avevano dato loro in elemosina."), ma tale
numero avrebbe un significato soprattutto allegorico. La scarsa disponibilità
di documenti non esime gli studiosi dal tracciare, comunque, una storia della
sua fondazione, stando a testimonianze e scritti successivi, e alle motivazioni
che spinsero alcuni cavalieri ad abbandonare gli agi di corte e ad abbracciare
la povertà. Alcuni studiosi, comunque, collocano ufficialmente la fondazione
nel 1118/1119. Sarebbe stato in quell'anno che il re Baldovino II di
Gerusalemme avrebbe dato, secondo Giacomo di Vitry nel suo Historia
orientalis seu Hierosolymitana, ai "poveri cavalieri di Cristo"
alcuni locali del palazzo reale, presso la moschea di Al-Aqsà, situata in prossimità del Tempio di
Salomone, dal quale l'ordine prese il nome. Resta comunque possibile che, pur
senza una fondazione formale, i cavalieri possano aver iniziato ad operare fin
dal 1099.
L'Ordine,
in ogni caso, assunse reale importanza solo a partire dal 1126, in seguito al
viaggio compiuto in Europa dal Maestro Ugo e con l'ingresso del conte Ugo di
Champagne, quando iniziarono a pervenire donazioni e lasciti.
La Cupola della Roccia
Ulteriore
definizione del ruolo e delle prerogative dell'Ordine fu espressa il 29 marzo 1139
dalla bolla Omne Datum Optimum di Innocenzo II. La bolla fu di vitale
importanza per l'Ordine dei cavalieri templari perché sancì la totale
indipendenza del suo operato e l'essere esente dal pagare tasse e gabelle.
Attività militare in Terrasanta
La parabola
storica dei Cavalieri Templari è strettamente connessa con lo svolgimento delle
Crociate. Se la fondazione dell'Ordine trova le sue ragioni nelle vicende
legate alla conquista di Gerusalemme, lo svolgersi delle Crociate determina il
suo sviluppo e vede i Cavalieri sempre più coinvolti negli eventi bellici. La
fine dei Templari, al di là degli episodi sconcertanti che la caratterizzano, è
la naturale conseguenza del termine dell'avventura in Terrasanta. Seppure con
qualche approssimazione, è pertanto possibile tracciare una sequenza della loro
storia militare sulla base dello svolgersi delle varie Crociate.
- La Prima Crociata, la cui fase bellica durò dal 1096 al 1099, non vide i Templari in veste di corpo combattente, non essendo ancora stato creato formalmente il loro Ordine. Fu solo negli anni seguenti che essi organizzarono il loro contingente e si impegnarono prevalentemente nella protezione armata dei pellegrini. In tale veste i Cavalieri ricevettero i riconoscimenti e i favori dei primi re di Gerusalemme, fra i quali l'assegnazione dei locali presso la Moschea al-Aqsa, da parte di Baldovino I, re di Gerusalemme, e le prime donazioni in terre e di denaro. Solo verso il 1125 l'ambiente religioso europeo e i governanti di Gerusalemme si resero conto della loro potenzialità bellica. Il Maestro Ugo de Paganis fu inviato sul continente europeo, dal 1125 al 1129, per raccogliere adesioni, donazioni e denaro. La prima sortita militare dell'Ordine fu però disastrosa: la battaglia di Damasco, nel 1129, finì in un bagno di sangue, nel quale, secondo alcuni cronisti, venne trucidato l'intero corpo dei monaci combattenti.
Guido di Lusignano rende le armi a Saladino dopo la
disastrosa battaglia di Hattin.
- La Seconda Crociata (1147) fu predicata da Bernardo di Chiaravalle che, dopo le esitazioni dei primi tempi, sembrava aver sposato la causa dei Crociati. Fu condotta da Luigi VII di Francia e dall'imperatore Corrado III. Un nuovo attacco a Damasco (1148) ebbe un secondo insuccesso e pose praticamente fine all'avventura dei due sovrani. Negli anni seguenti i Templari evolsero in un corpo combattente a tutti gli effetti. Protessero le forze crociate in rotta dopo la sconfitta di Cadmos (1148) e di Inab (1149).Entrarono in possesso di Gaza (1149) e parteciparono alla conquista di Ascalona (1153). Nel frattempo andava consolidandosi una fitta rete di castelli e di guarnigioni affidata ai Cavalieri templari. Fu il periodo della loro affermazione, attraverso vicende complesse e conflittuali. La bolla Omne Datum Optimum, del 1139, e le successive Milites Templi (1144) e Militia Dei (1145) avevano già da tempo dato all'Ordine un'autonomia e un'indipendenza che risultò sgradita a molti. Si creò una forte ostilità nei loro confronti che esplose in questo periodo. Fra il 1162 e il 1174 ebbe luogo un lungo contrasto con Amalrico I, re di Gerusalemme, che giunse ad impiccare dodici cavalieri colpevoli di aver ceduto una postazione militare in seguito ad un attacco nemico. La comparsa di Salah ad Din, il Saladino, capace di dare maggiore coordinamento alle forze musulmane locali, cambiò lo scenario della regione, portando alla disfatta nella battaglia di Hattin (1187, dopo la quale i Templari prigionieri furono ferocemente massacrati) e alla caduta di Gerusalemme. In precedenza gli Ordini cavallereschi avevano già subito una terribile sconfitta alle sorgenti di Cresson.
- Una Terza Crociata fu indetta da papa Gregorio VIII nel 1187 e vide la partecipazione di Federico I Barbarossa, Filippo II Augusto, re di Francia e Riccardo Cuor di Leone, re d'Inghilterra, nel tentativo di riconquistare Gerusalemme e di contrastare i successi del Saladino. Nel 1191 i Templari si stabilirono ad Acri, riconquistata da re Riccardo, e nel settembre dello stesso anno, insieme agli Ospitalieri contribuirono in modo decisivo alla battaglia di Arsuf, dove il Saladino fu sconfitto e con lui il mito della sua invincibilità. Nel 1192 I Templari occuparono Cipro.
- Nel 1199 ebbe inizio una serie di operazioni, intensamente volute da papa Innocenzo III e variamente attuate dalle signorie e dai regni europei, volte all'invio di armati verso il Vicino Oriente. La spedidizione che ne conseguì, da molti considerata come Quarta Crociata, non raggiunse mai la Terrasanta.
- Eventi verificatisi fra il 1208 e il 1217 crearono le condizioni per l'attuazione di una nuova Crociata, solitamente individuata come la quinta. L'obiettivo della spedizione fu in realtà l'Egitto e il vari corpi di spedizione raggiunsero Damietta nel 1218. Il tentativo di conquistare la città vide coinvolti i Templari, ma la situazione strategica e tattica fu talmente sfavorevole che nel 1221, nonostante le velleità di Pelagio, l'esercito cristiano rinunciò all'impresa. I Templari, che pure persero il Maestro nei combattimenti, tennero una condotta non sempre limpida e si attirarono ostilità e polemiche che sarebbero riemerse per secoli, comparendo anche nei versi della Divina Commedia.
- Nel 1225 l'imperatore Federico II, protagonista di un ripetuto e acceso contrasto con il papato, decise di recarsi in Terrasanta per riconquistare Gerusalemme. L'evento, usualmente indicato come Sesta Crociata, fu condotto sul campo diplomatico ed ottenne realmente la riconquista pacifica della Città Santa. Federico si autonominò re. Con la sola eccezione della corte imperiale, l'intera vicenda suscitò un'ostilità generale, sia in campo islamico che in campo cristiano. Si creò un conflitto insanabile fra l'imperatore e i Templari, che avevano perso, oltre al ruolo ormai consolidato sui campi di battaglia, anche i diritti sui locali del Tempio, a causa degli accordi stipulati dall'imperatore. Nel 1244 l'impazienza di alcuni comandanti cristiani condusse il grosso delle forze crociate in un tragico scontro con forze islamiche inferiori, per numero e per organizzazione, a Herbiyya (o La Forbie). Nonostante il vantaggio numerico dei crociati, la loro sconfitta fu totale: dei trecento Cavalieri templari riuscirono a salvarsi solo una trentina di uomini. I vantaggi ottenuti durante anni di diplomazia, accortamente gestiti dagli Ordini cavallereschi e dai Templari in particolare, furono azzerati, riconducendo i cristiani del Medio Oriente in uno stato di profonda e disatrosa crisi.
Luigi IX il
Santo, re di Francia. Interpretò autenticamente il significato della
crociata.
- Una successiva serie di spedizioni in Terrasanta, sotto la guida di Luigi IX di Francia, ebbe inizio nel 1249. Gli storici usano distinguere due episodi diversi, indicandoli come Settima e Ottava Crociata. Le navi crociate si diressero verso l'Egitto e Damietta, ancora in mani islamiche, fu rapidamente riconquistata. Sull'onda di questa vittoria i franchi non seguirono i consigli dei Templari, ma si gettarono sulla città di Mansura, senza le necessarie precauzioni (1250). Il disastro fu totale. Dei duecentonovanta cavalieri templari che avevano partecipato al combattimento pur avendo ripetutamente cercato di dissuadere i comandanti franchi, se ne salvarono solo cinque. Ma la tragedia continuò: in fase di ritirata i soldati cristiani furono attaccati e decimati. I prigionieri furono così numerosi (e fra questi il re Luigi) da creare un grave problema logistico ai vincitori. Nel 1266 avvenne la caduta di Safed, per opera di un cavaliere traditore.
- Luigi IX promosse una seconda spedizione, indicata come Ottava Crociata. La spedizione partì da Aigues Mortes nel luglio del 1270. Il re sbarcò a Tunisi assieme al fratello Carlo I d'Angiò, ma l'assedio si prolungò molto: la peste e la dissenteria decimarono l'esercito e uccisero lo stesso re nell'agosto dello stesso anno.
- Nel 1270 Edoardo I d'Inghilterra e Carlo d'Angiò, re di Sicilia, giunsero in Terrasanta con l'intento, rivelatosi tardivo, di soccorrere Luigi IX. Proseguirono nelle operazioni militari, cercando di sfruttare i dissidi variamente articolati fra Ugo III, formalmente re di Gerusalemme, i Templari e i veneziani. Fu riconquistata Acri, ma la situazione era confusa e i cristiani erano ormai in condizioni precarie su tutto il territorio. Nel 1291 alcuni cristiani attaccarono una carovana siriana provocando la morte di 19 mercanti musulmani. Il sultano mamelucco Khalil (al-Malik al-Ashraf), che aveva invano richiesto un risarcimento, decise di porre sotto assedio Acri, ultimo avamposto crociato in Terrasanta. La città cadde dopo 43 giorni di resistenza. Dopo il massacro di almeno 60.000 cristiani, i Templari, in considerazione dello stato di debolezza territoriale conseguente, decisero di evacuare Tortosa e Athlit. Nel 1302 la perdita di Ruad e il massacro della guarnigione templare pose definitivamente fine alle Crociate e all'avventura dei cristiani in Terrasanta. Sporadici tentativi e velleitari pronunciamenti dei decenni successivi non avrebbero incitato nessuno ad imbracciare nuovamente le armi in nome della fede. La ragione stessa dell'esistenza dei Poveri Cavalieri aveva cessato di esistere.
Pochi anni
dopo, nel 1307, con l'arresto dei Templari in Francia,
sarebbe iniziato il processo di dissoluzione dell'Ordine, concluso nel 1314
con l'esecuzione di Jacques de Molay
e di Geoffrey de Charnay.
L'archivio templare di Cipro sarebbe stato distrutto
nel 1571, dagli Ottomani, cancellando la memoria diretta dei
molti eventi che avevano coinvolto i Cavalieri.
Oltre che
in Palestina, l'Ordine combatté successivamente
anche nella Reconquista di Spagna e Portogallo, guadagnandosi
estesi possedimenti e numerosi castelli lungo le frontiere tra le terre
cattoliche e quelle musulmane. Arrivarono ad ereditare, insieme con gli altri Ordini militari, il Regno d'Aragona che però rifiutarono dopo lunghe
trattative.
I templari
erano identificabili per la loro sopravveste bianca, a cui in seguito si
aggiunse una distinta croce rossa ricamata sulla spalla, che assunse infine
grandi dimensioni sul torace o sulla schiena, come si vede in molte
rappresentazioni dei cavalieri crociati.
Caduta e soppressione
L'Ordine
dopo la definitiva perdita di Acri e degli
Stati Latini in Terra Santa nel 1291 si avviava al tramonto: la
ragione fondamentale per la quale era nato, due secoli prima, era ormai venuta
meno. Il suo scioglimento, tuttavia, non fu mosso per via ordinaria dalla Santa
Chiesa, ma attraverso una serie di accuse infamanti esposte dal re di Francia Filippo IV il
Bello, desideroso di azzerare i propri debiti e impossessarsi del
patrimonio templare, riducendo nel contempo il potere della Chiesa.
Il rogo sul quale arsero vivi l'ultimo Maestro Jacques de Molay e Geoffrey de Charnay,
acceso su di un'isoletta sulla Senna a Parigi, davanti alla Cattedrale di Notre Dame, il 18 marzo 1314
(manoscritto della fine del XIV secolo).
Il 14 settembre 1307
il re inviò messaggi sigillati a tutti i balivi, siniscalchi e soldati del
Regno ordinando l'arresto dei templari e la confisca dei loro beni, che vennero eseguite il
venerdì 13 ottobre 1307.
La mossa riuscì in quanto fu astutamente avviata in contemporanea contro tutte
le sedi templari di Francia; i cavalieri, convocati con la scusa di
accertamenti fiscali, vennero tutti arrestati.
Le accuse
che investirono il Tempio erano infamanti: sodomia, eresia, idolatria. Vennero in
particolare accusati di adorare una misteriosa divinità pagana, il Bafometto (o Banfometto, forse la
storpiatura in lingua occitana di Maometto). Nelle carceri del re gli arrestati
furono torturati finché non iniziarono ad ammettere
l'eresia. Il 22 novembre 1307 il papa Clemente V, di fronte alle confessioni, con
la bolla Pastoralis præminentiæ ordinò a sua volta l'arresto dei
templari in tutta la cristianità.
Il 12 agosto 1308
con la bolla Faciens misericordam furono definite le accuse portate
contro il Tempio. Il re fece avviare dal 1308 sino al 1312,
grazie anche alla debolezza di papa Clemente V, diversi processi tesi a
dimostrare le colpe dei cavalieri rosso-crociati di Parigi, Brindisi, Penne, Chieti e Cipro. Nel generale clima di condanna ci fu
l'eccezione rappresentata da Rinaldo da Concorezzo,
arcivescovo di Ravenna e responsabile del processo per l'Italia
settentrionale: egli assolse i cavalieri e condannò l'uso della tortura per
estorcere confessioni (concilio provinciale di Ravenna, 1311).
L'Ordine fu
ufficialmente soppresso con la bolla Vox in excelso del 3 aprile 1312
ed i suoi beni trasferiti ai Cavalieri Ospitalieri
il 2 maggio seguente (bolla Ad providam). Jacques de Molay, l'ultimo gran maestro
dell'Ordine, il quale in un primo momento aveva confermato le accuse, le
ritrattò spinto da un'ultima fiammata di orgoglio e dignità, venendo arso sul
rogo assieme a Geoffrey de Charnay il 18 marzo 1314
davanti alla cattedrale di Parigi, sull'isola della Senna
detta dei giudei.
Filippo il Bello
distrusse il sistema bancario dei templari, e, benché una bolla papale avesse
trasferito tutti gli averi dei Templari agli Ospitalieri, riuscì ad addurre a sé parte del
tesoro. Questi eventi e le originali operazioni bancarie dei templari sui beni
depositati, che furono improvvisamente mobilitati, costituirono due dei molti
passaggi verso un sistema di stampo militare per riprendere il controllo delle
finanze europee, rimuovendo questo potere dalle mani della Chiesa. Visto il
destino dei templari, gli Ospitalieri di San Giovanni furono ugualmente
convinti a cessare le proprie operazioni bancarie.
Molti
sovrani e nobili inizialmente sostennero i cavalieri e dissolsero l'Ordine nei
loro reami solo quando fu loro comandato da papa Clemente V. Roberto I, re
degli Scoti, era già stato scomunicato per altri motivi e quindi non era
disposto a prestare attenzione ai comandi papali; di conseguenza, molti membri
dell'Ordine fuggirono in Scozia; in Portogallo i Cavalieri e il patrimonio del loro
ordine confluirono in un nuovo ordine, fondato col permesso del Papa per
combattere contro i mori nell'Algarve, l'"Ordine del
Cristo". Il principe Enrico il Navigatore
(1394 - 1460) guidò per vent'anni, fino
alla propria morte, tale ordine, utilizzandone il denaro per organizzare la
prima scuola per navigatori, preparando la via alla supremazia marittima
portoghese che porterà alle grandi esplorazioni cinquecentesche. In Spagna, dove il re a sua volta si opponeva all'incorporazione
del patrimonio templare da parte dell'Ordine degli Ospitalieri, l'Ordine di Montesa subentrò a quello dei
templari.
Persecuzione e perdono
Illustrazione di un manoscritto (1350 circa) che allude
all'accusa di "baci osceni"
Filippo IV assiste al rogo dei Templari, manoscritto del XV
secolo.
I templari
furono accusati di "connivenza col nemico", in quanto spesso
strinsero rapporti di buon vicinato, se non di amicizia, con signori musulmani. Con alcuni di loro, come Usama ibn Munqidh, arrivarono a veri e propri
favori, come quello di concedergli di pregare nella Cupola della Roccia,
benché già trasformata in chiesa cristiana.
È tuttora
aperto il dibattito sulla fondatezza delle accuse di eresia formulate agli appartenenti dell'Ordine. I templari
furono accusati di rinnegare Cristo, di sputare sulla Croce,
di praticare la sodomia e di adorare un idolo barbuto, il Baphomet o Bafometto. Il maestro Jacques de Molay, che aveva ceduto inizialmente
di fronte alla marea di accuse, si riebbe e rigettò le sue parziali ammissioni.
Ma era tardi, il rogo accolse il maestro e i suoi dignitari e l'Ordine fu
sciolto.
Studi
recenti accreditano sempre più la teoria secondo la quale la vera causa della fine
dei templari fu dettata dalla volontà di impossessarsi del loro patrimonio,
tesi peraltro già sostenuta da Dante Alighieri nel canto XX del Purgatorio, e si concretizzò attraverso una
cospirazione indotta dal re di Francia Filippo IV il Bello.
Infatti, mentre il re si trovava quasi in bancarotta e il popolo francese era esasperato
per la grave crisi economica, accentuata dalla svalutazione della moneta ad opera del re
medesimo, l'Ordine risultava proprietario di terre, castelli, fortezze ed
abbazie: un tesoro immenso. Fu probabilmente il sovrano che, dopo aver tentato
inutilmente di entrare a farne parte, incaricò i propri consiglieri (capeggiati
dall'astuto Guglielmo di Nogaret)
di formulare delle precise accuse contro l'Ordine e di richiedere l'intervento
del papato, da poco trasferitosi in Francia. Quando la Chiesa si rese conto
dell'errore nella condanna e di essere stata manipolata, fu troppo tardi.
La studiosa
italiana Barbara Frale ha
rinvenuto agli inizi degli anni duemila negli Archivi vaticani
un documento, noto come pergamena di Chinon, che dimostra come papa Clemente V intendesse perdonare i templari
nel 1314 assolvendo il loro maestro e gli altri capi
dell'ordine dall'accusa di eresia, e limitarsi a sospendere l'ordine piuttosto
che sopprimerlo. Il documento appartiene alla prima fase del processo, nella
quale il pontefice ancora sperava di poter salvare l'ordine, seppure a costo di
assoggettarlo ad una profonda riforma. L'inchiesta di Chinon, in ogni caso,
ribadisce le pratiche indecenti e gli sputi sulla croce effettuate come rito d'iniziazione all'ingresso di un novizio
nell'Ordine, pratiche di ancora dubbia origine e motivazione.
Organizzazione e diffusione dei Templari
Crescita dell'Ordine e ramificazione in Europa
Per oltre
due secoli, i Cavalieri templari, grazie anche ai concili loro favorevoli (Concilio Pisano, 1135
e Lateranense II,
1139),
acquisirono - attraverso lasciti, donazioni e altre forme di liberalità laiche
ed ecclesiastiche - terre, castelli, casali in quantità tali da farli diventare
l'Ordine più potente, dunque invidiato e temuto, dell'epoca. La bolla
Omne Datum Optimum
di Innocenzo II del
29 marzo 1139
fu di vitale importanza per l'Ordine dei cavalieri templari perché sancì la
totale indipendenza del suo operato e l'essere esente dal pagare tasse e
gabelle. Essi avviarono con meticolosità e professionalità la loro
organizzazione nell'intero Occidente, trasformandolo in un gran magazzino per
l'approvvigionamento dell'Oltremare, costituendo in tutti gli stati d'Europa
propri insediamenti agricoli, economici e politici.
Cavalieri templari che giocano a scacchi in un manoscritto del 1283
Grandi insediamenti ed edilizia templare
Un alone di
leggenda ha sempre circondato le attività templari nel campo dell'edificazione
di grandi strutture militari e religiose. Il mito delle segrete tecnologie,
trovate nelle fondamenta del Tempio ed utilizzate dai Templari per realizzare
opere edilizie eccezionali, non poggia su nessun dato reale[50], ma certamente trova una certa
comprensibile suggestione nelle imponenti opere realizzate in Terrasanta per
presidiare il territorio, dai monti dell'Amano, fino alle regioni a sud di
Gerusalemme.
Strutture militari
Destroit, primo insediamento fortificato templare.
In campo
militare, come gli altri Ordini cavallereschi, i Templari realizzarono
castelli, ribat[51], cittadelle fortificate, posti di
guardia in genere, con caratteristiche di grande solidità e di notevole
funzionalità bellica. Da questi presidi erano pronti a partire piccoli
drappelli o grandi corpi militari, per le azioni di soccorso o di protezione
dei pellegrini e degli eserciti cristiani.
Gli
insediamenti più significativi furono, secondo i dati disponibili, oltre
quaranta, distribuiti strategicamente sui confini della Terrasanta, in
prossimità delle vie di comunicazione più frequentate o delle aree militarmente
più critiche. Parte di essi era localizzato nella zona settentrionale, nella
regione di Antiochia, partendo dal mare e giungendo ad est oltre il gruppo di
rilievi del monte Amano. Fra essi rivestiva particolare importanza Bagras, in prossimità del passo di Belen.[52] Più
a sud, non lontano da Tripoli, si trovavano Tortosa, Al-Arimah e Chastel Blanc (Safita). In Galilea furono affidati ai Templari i castelli di
Safed, e di Chastellet, presso il Guado di
Giacobbe. In prossimità del mare si localizzavano Atlit
e Destroit, quest'ultimo ritenuto
storicamente il primo presidio dei Templari.[53] Oltre il Giordano si localizzava Ahamant.[54] Lungo la costa i Cavalieri Templari
disponevano anche di strutture fortificate ad Acri, a Cesarea, ad Ascalona, a
Tripoli.
Sotto il
profilo strategico, i più importanti erano ritenuti Bagras, Tortosa e Safed,
ma l'intera rete consentiva un controllo capillare del territorio. Il piccolo
isolotto di Ruad, arido e privo di sorgenti d'acqua, ma
potentemente fortificato, fu l'ultimo ad essere abbandonato dai Templari, nel 1303
sotto l'impeto degli invasori Mamelucchi
Edifici religiosi
Se
l'architettura militare si localizza prevalentemente in Terrasanta, l'edilizia
religiosa trova importanti realizzazioni anche nelle regioni europee. Esiste
una molteplice varietà di chiostri, chiese e cappelle
che in genere risentono delle forme architettoniche proprie dei tempi e dei
luoghi di edificazione. Fra queste possono essere citate le modeste
cappelle di Frosini, nel
senese, di Magrigne, presso St. Laurent d'Arce,
di Santa Croce ad Ascoli Piceno, di San Bevignate a Perugia. Di maggiore dimensione e di più ricca
fattura, si possono citare Santa Maria La Major, di Villamuriel di Cerrato,
Santa Maria La Blanca, di Villalcazar de Sirga,
di San Pietro
alla Magione a Siena, di San
Jacopo in Campo Corbolini a Firenze. Più articolato è il complesso di Ognissanti
a Trani, considerato un insediamento non solo
religioso ma anche militare, preesistente alla creazione dell'Ordine utilizzato
fin dai tempi della Prima Crociata, per l'imbarco delle truppe crociate, e poi
passato alla gestione templare. Occorre tuttavia precisare che tale complesso è
ritenuto templare solo dalla tradizione, non vi è alcun documento nel quale si
menzionino legami tra l'abbazia di Ognissanti e i cavalieri del Tempio.
Un secondo
gruppo di chiese e cappelle, di grande rilevanza architettonica, appare più
chiaramente ispirato alla forma ottagonale della Cupola
della Roccia, che i Templari osservarono a lungo sulla spianata del Tempio, a
Gerusalemme, in prossimità della loro residenza nella Moschea Al-Aqsà. Il nome Templari con cui
i Cavalieri sono popolari allude infatti al loro storico quartier generale non
lontano dalla Cupola della Roccia
(Qubbat al-Sakhra'), santuario islamico
in cima al Monte Moriah a
Gerusalemme. L'area circostante è sacra ad ebrei e cristiani come Monte del Tempio così come ai musulmani, che usano il nome di Monte Majid (o al-?aram
al-Šarif). Si credeva erroneamente che la Cupola della Roccia e la vicina
moschea di Al-Aqsà costituissero i resti del biblico Tempio di Gerusalemme.
Il Templum Domini con la sua pianta centrale, di forma ottagonale divenne il
modello per molte chiese edificate successivamente dai Cavalieri. Fra queste
realizzazioni si annoverano: Santa Maria di Eunate,
in Spagna, la Cappella templare di Laon,
la Cappella Templare di Metz, la Round
Church del Tempio di Londra, San Michele di Fulda (Germania), la Cappella di Athlit,
Vera Cruz
di Segovia.