IL
MITO, IL SIMBOLO, E LA PROFEZIA
L'Arca dell'Alleanza era il
recipiente nel quale Israele aveva riposto le Tavole della Torà, dopo
averle ricevute sul monte
del Sinai. Su di loro erano incisi i Dieci Comandamenti. L'Arca fu
trasportata per tutti i 40
anni di viaggio nel deserto, e accompagnò Israele durante i lunghi anni di
conquista della Terra Promessa,
fino a venire posta nel Tempio costruito dal Re Salomone. Si
trattava di una cassa lunga
due cubiti e mezzo (ogni cubito è circa mezzo metro), larga un cubito e
mezzo, e alta un cubito e
mezzo, come mostrato in figura. Per trasportarla s'inserivano due lunghi
pali negli appositi anelli.
Quando Israele si
accampava, al centro dell'accampamento veniva eretto il Tabernacolo, e nel
Santo dei Santi era riposta
l'Arca. La caratteristica più famosa dell'Arca era che sul suo coperchio
superiore si trovavano due
statue realizzate da un'unica fusione d'oro puro, rappresentanti una
coppia d'angeli Cherubini.
Il simbolismo dell'Arca è quanto mai ricco e vasto, e in questa sede
cercheremo di metterne in
luce gli aspetti principali. Vediamo com'era costruito nei dettagli. Era
composto da due pezzi
principali: un parallelepipedo inferiore e un coperchio che lo chiudeva. Si
tratta della terra e del
cielo. Pur se in natura la forma della terra è sferica (come pure quella di
tutti
gli altri corpi celesti), e
pur se il suo movimento è ellittico (il cerchio è un caso particolare
dell'ellisse), secondo la
tradizione cabalistica, la forma che meglio la rappresenta a livello spirituale
è il cubo. In altri
termini, si afferma che l'universo presente è dominato dalle forme sferiche,
mentre
quello futuro (i
"cieli nuovi e la terra nuova") sarà sede soprattutto di forme
cubiche. Questa
trasformazione contiene il
segreto del passaggio da un tempo circolare (che tende a ripetersi
secondo il mito dell'Eterno
Ritorno) ad un tempo rettilineo, che porta invece verso un traguardo
completamente diverso dal
punto di partenza. L'aver concepito la storia come una serie d'eventi che
porta da uno stato meno
perfetto ad uno via via sempre migliore è una delle innovazioni del
pensiero ebraico, diventata
poi parte integrante della cultura occidentale. Oggi la troviamo sia nel
concetto laico e mondano di
"progresso", che in quelli più sottili e raffinati di
"evoluzione". Dal
punto di vista simbolico
ciò viene rappresentato trasformando lo spazio fisico da una forma sferica
ad una forma cubica.
Quest'insegnamento ci viene
riproposto anche dal Libro della Formazione, il più antico testo di
Cabalà, che si occupa tra
l'altro delle corrispondenze tra segni zodiacali, pianeti e lettere
dell'alfabeto ebraico. In
quel testo si parla di un "cubo dello spazio", i cui dodici lati sono
i dodici
segni zodiacali. Ma l'Arca
dell'Alleanza non era cubica, bensì un parallelepipedo. Ciò significa che
essa rappresentava i
"nuovi Cieli" e la "nuova Terra" in via di formazione,
mentre erano ancora in
movimento, e non avevano
ancora raggiunto uno stato di riposo.
Il parallelepipedo
inferiore era formato (vedi figura) da tre distinte scatole. Le due esterne
erano
entrambe d'oro, mentre
quella mediana era di legno d'acacia. Cosa significa ciò? Secondo La
Cabalà., l'anima dei
Maestri e degli Illuminati contiene due grandi categorie: avvolgente ed
interna,
ognuna delle quali è dotata
di diversi gradi intermedi. Il contenitore dell'Arca rappresenta l'Anima
avvolgente, le Tavole della
Torà al suo interno costituiscono invece l'anima interiore. Si tenga
presente che l'anima
avvolgente è più rara e preziosa di quella interiore, in quanto questa è
limitata,
mentre la prima si estende
all'infinito. I due recipienti d'oro costituiscono il primo e il secondo
grado dell'anima
avvolgente. Essi sono: Chaià e Yechidà, l'Anima Vivente e l'Anima della
Perfetta
Unione col Divino. Il legno
che le separa fa da isolante elettrico, onde permettere a ciascuna delle
due di costituire uno
schermo separato. Infatti, uno degli scopi dell'"anima avvolgente" è
quello di
proteggere l'organismo da
attacchi d'entità malvagie, pur presenti nella dimensione spirituale. In
termini moderni potremmo
comprendere questo particolare dell'Arca come una "doppia
schermatura", in grado
di isolarla completamente dai campi energetici negativi, e di captare solo
quelli positivi. Infatti,
il materiale usato era l'oro, che rappresenta il più alto stato della
consapevolezza, quello che
l'Alchimia chiama l'oro filosofico.
Tutto ciò riguarda il solo
recipiente inferiore, la Terra. Invece il coperchio superiore simboleggia il
cielo, che viene a
completare la terra, a chiudere la sua apertura, a riempire i suoi bisogni. Il
coperchio dell'Arca era
fatto da un'unica piastra d'oro massiccio.
Questo suo essere
costituito da un unico pezzo, mentre la parte inferiore era composta da tre
pezzi
distinti, allude
all'insieme dello spazio-tempo. La fisica moderna ci insegna che viviamo in un
insieme costituito da tre
dimensioni spaziali (le coordinate di un determinato punto) e da un'unica
dimensione temporale (il
tempo in cui un certa realtà esiste). In tutto viviamo dunque in un insieme
quadridimensionale. Secondo
la sapienza esoterica esiste invece almeno una quinta dimensione, che
nell'esempio dell'Arca era
rappresentata dalle Tavole della Torà ivi contenute. Si tratta del livello
della consapevolezza pura,
la "quintessenza", così a lungo ricercata dagli alchimisti.
Del coperchio superiore
dell'Arca facevano parte i Cherubini, anch'essi d'oro purissimo. Dice il
versetto dell'Esodo (25,
18-21): "Farai due cherubini d'oro: li farai lavorati al martello sulle
due
estremità del coperchio.
Fa' un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità. Farete i
cherubini tutti di un pezzo
con il coperchio, alle sue due estremità. I due cherubini avranno le due
ali stese di sopra,
ricoprendola, e i loro volti saranno rivolti l'uno verso l'altro, e verso il
coperchio.
E porrai il coperchio sulla
parte superiore dell'Arca, e collocherà nell'arca la testimonianza che ti
darò."
La simbologia dei Cherubini
è quanto mai vasta ed interessante. Secondo la tradizione ebraica essi
avevano due volti
infantili. Dai bambini dobbiamo imparare la purezza e la semplicità, la
sincerità
emotiva, la fiducia in coloro
che sono più grandi di noi. In particolare, i volti dei cherubini erano
l'uno maschile e l'altro
femminile. Questo significa la conjuncto oppositorum, il matrimonio
mistico, lo hyeros gamos.
Nel ricomporsi dell'unità
primaria tra i poli opposti, tra il maschile e il femminile, si completa la
copertura dell'Arca, si
rinsalda la frattura che aveva causato la caduta dei mondi. E' grazie alle ali
dei cherubini che si
toccano al di sopra del coperchio, cioè alle loro componenti spirituali, che è
possibile "volare",
cioè esplorare i mondi superiori. Il matrimonio alchemico tra l'adepto e la
soror
mistica è il motore che
fornisce energia al cocchio celeste, sul quale avviene il viaggio verso il
Divino. Un'idea del
genere è confermata da altri versetti dove vengono menzionati i cherubini,
come: "e cavalcava il cherubino e volava" (Salmo
18,11). Tutto ciò sottolinea l'estrema importanza
dell'equilibrare le varie
componenti in ogni via d'evoluzione spirituale: il secco con l'umido, l'anima
col corpo, l'emotivo con l'intellettuale,
ecc.
Infine la forma dei due
cherubini e delle loro ali che si toccavano ricorda quella di un portale. Si
tratta della "porta
del Signore, attraverso la quale entreranno i giusti", la
cinquantesima porta
dell'Intelligenza.
In genere l'Arca rappresenta
il segreto di come una costruzione umana, se fatta seguendo dei criteri
particolari, possa
diventare la sede e il ricettacolo degno di contenere la rivelazione di uno
stato
superiore della
consapevolezza, di forze angeliche o anche divine. I criteri di costruzione
riguardano
innanzitutto le dimensioni,
che devono essere proporzionate in modo opportuno, seguendo formule
antiche ed esoteriche. Ad
esempio, il volume in "tefachim" (circa la lunghezza di un pugno
chiuso),
un'altra fondamentale
misura dell'Antico Testamento, del recipiente centrale di legno era 756
tefachim cubi. Questo è il
valore numerico della parola Sefirot, il nome delle dieci costituenti
principali dell'Albero
della Vita, il riferimento centrale delLa Cabalà.. Ciò indica come all'interno
dell'Arca fosse contenuto
un intero Albero della Vita. Riducendo 756 si ha 18, che è il numero della
vita (Chai, Cheit-Yud).
Riducendolo ulteriormente si ha 9, il numero della verità.
Inoltre i materiali coi
quali viene eretta una particolare costruzione sacra hanno una loro importanza
fondamentale. Provenendo
dai tre regni inferiori: minerale (metalli e pietre preziose), vegetale
(legno o tessuti) e animale
(pelli o lana) i materiali rappresentano una sintesi di tutto il meglio che il
mondo materiale può dare.
Tramite l'opera ingegnosa dell'uomo, tramite la sua sapienza arcana,
guidata dallo spirito
divino, tutto ciò viene trasformato nel "trono" sul quale si asside
un livello
super-umano di sapienza e
bontà. Si noti come la parola "Arca", che viene dall'indoeuropeo
indicante
"custodire", è alla radice di "arcano", cioè
"esoterico, segreto". Ciò dimostra come la
sapienza esoterica nel suo
insieme sia l'Arca nella quale sono custoditi gli stessi "cervelli"
Divini,
cioè la Sapienza e
l'Intelligenza, l'emisfero cerebrale destro e quello sinistro. Ecco perché le
tavole
della Torà riposte
nell'Arca erano due, ad indicare la polarità fondamentale presente in ogni
processo pensante.
Le costruzioni degli esseri
umani non dovrebbero dunque avere una sola funzione pratica, ma
dovrebbero esprimere dei
principi superiori, se si vuole che il loro uso diventi un'occasione per la
crescita della
consapevolezza. Le abitazioni che sono state erette in modo particolare,
secondo la
sapienza
"arcana", hanno un particolare effetto benefico su coloro che vi
dimorano, un vero e
proprio effetto salvifico.
Infatti nella Bibbia il
primo e più antico prototipo d'ogni contenitore o costruzione sacra è stato
l'Arca di Noè, grazie alla
quale egli, la sua famiglia e gli animali, sopravvissero al cataclisma del
diluvio universale. E si
badi bene che non sarebbe bastata una qualunque barca o rifugio.
Probabilmente la
generazione in cui viveva Noè era in grado di costruire altri tipi
d'imbarcazioni.
Quella di Noè fu l'unica a
sostenere la furia degli elementi scatenati poiché era stata costruita
seguendo delle leggi non
solo fisiche ma anche metafisiche. Si tratta di un insegnamento che
dovremmo tutti tenere
presente in un mondo come quello d'oggi, nel quale prevalgono soltanto le
considerazioni materiali e contingenti.