giovedì 29 marzo 2012

Basic Life Support

Il Basic Life Support (in italiano supporto di base alle funzioni vitali) noto anche con
l'acronimo BLS, è una tecnica di primo soccorso che può - in alcune circostanze - essere
determinante per salvare la vita di un infortunato. Per paziente infortunato si intendono
molte condizioni, tra le quali:
· persona priva di sensi (persona svenuta);
· persona con un blocco meccanico delle vie aeree (oggetti nella gola, acqua nei
soggetti che affogano, trauma alla trachea, traumi cervicali e/o celebrali);
· persona sottoposta a folgorazione elettrica;
· paziente in totale arresto cardiaco con temporaneo stato di coma.
La tecnica BLS, che comprende la rianimazione cardiopolmonare (RCP) è compresa nella
sequenza di supporto di base alle funzioni vitali.
La definizione BLS/D si riferisce al protocollo BLS con l'aggiunta della procedura di
defibrillazione
Funzione
Lo scopo di tale manovra è quello di mantenere ossigenati il cervello e il muscolo
cardiaco, insufflando artificialmente aria nei polmoni e provocando, per mezzo di spinte
compressive sul torace, un minimo di circolazione del sangue.
Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso in questi casi è il danno anossico
cerebrale; si tenga a tal proposito presente che l'ossigeno (necessario appunto al cervello)
è presente nell'aria-ambiente in percentuali medie del 21%, mentre quello presente
nell'aria espirata dai polmoni è circa del 16% (vale a dire che, respirando, consumiamo
soltanto circa un quarto dell'ossigeno presente nell'aria, e ciò significa che, teoricamente,
la stessa aria può essere respirata al massimo 4 volte); questa constatazione ci fa capire
come l'intervento con la respirazione artificiale semplice (con la bocca) piuttosto che con la
respirazione artificiale evoluta (pallone auto-espandibile, bombola di ossigeno, soccorso
avanzato) possa realmente fare la differenza, giacché praticando la classica respirazione
bocca a bocca, il soccorritore insufflerà nei polmoni della vittima un'aria il cui ossigeno è
già stato parzialmente utilizzato (poiché il soccorritore ha inspirato ed espirato quell'aria), e
perciò sarà un'aria meno efficace.
Altrettanto importante è la tempestività dell'intervento: dall'inizio dell'arresto cardiocircolatorio,
mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni
minuto; già dopo 9-10 minuti, in assenza di RCP (acronimo di Rianimazione Cardio-
Polmonare), è molto difficile se non impossibile sperare il recupero del danno anossico
cerebrale definitivo (ma i primi gravi danni al cervello si riscontrano dopo già 4 minuti di
mancanza di ossigeno).
La catena della sopravvivenza
La sopravvivenza è strettamente dipendente dalla realizzazione ordinata di una serie di
interventi; la metafora della "catena" sta a simboleggiare da un lato l'importanza della
sequenza, e il fatto che se una delle fasi di soccorso è mancante, le possibilità di
sopravvivenza sono ridottissime.
La catena è formata da quattro anelli, che sono nell'ordine:
1. Accesso precoce al sistema di emergenza
2. Inizio precoce delle procedure di BLS.
3. Defibrillazione precoce, cioè l'arrivo precoce sul posto di un'équipe in grado di
praticare la defibrillazione.
4. Inizio precoce del trattamento intensivo (da parte di personale medico e
infermieristico adeguatamente formato).
Procedura del BLS
La procedura di seguito descritta si basa sulle linee guide dell'European Resuscitation
Council, ed è pensata per essere eseguita da chiunque (anche personale non sanitario).
Per questo non richiede capacità mediche né l'utilizzo di particolari attrezzature. Per
questo è definito "BLS laico". La procedura che prevede l'utilizzo di presidi (pallone Ambu,
cannula faringea, etc.), è pensata per il personale medico-infermieristico e per i
soccorritori certificati ed abilitati.
Va detto inoltre che le linee guida dell'ERC cambiano e si aggiornano col tempo: le ultime
sono quelle del 2010, che apportano non poche modifiche alle precedenti (ricerca del
punto di compressione, entità dell'insufflazione, ecc.)
Valutazione della scena
All'arrivo sulla scena, prima di effettuare qualsiasi azione sul soggetto, il soccorritore
deve accertarsi che la zona in cui agisce sia priva di pericoli che potrebbero pregiudicare
la salute del soccorritore e dell'assistito. Per esempio, è necessario prestare la massima
attenzione nell'accertarsi che il soggetto non sia a contatto con parti sotto tensione, che
non vi siano odori di gas o liquidi dannosi, che non siano presenti cavi elettrici sotto
tensione; un altro fattore da tener presente è, d'inverno, la possibile fuoriuscita di
monossido di carbonio da caldaie o stufe malfunzionanti. Nel caso in un cui la zona non
sia sicura è necessario avvertite le autorità competenti. Se la zona è sicura, allora è
possibile procedere con le manovre del BLS. La rianimazione viene praticata
esclusivamente su un soggetto incosciente, che non risponde al richiamo verbale e agli
stimoli tattili (per esempio, se scosso). Valutare se il soggetto è vittima di un malore
oppure di un trauma. Nel caso in cui, trovandosi di fronte alla vittima incosciente di un
trauma, si debba obbligatoriamente intervenire bisogna sapere che il BLS avrà due
procedimenti leggermente diversi a seconda che si tratti di malore (o l'annegamento) o
specificamente di trauma; perciò va detto che quando non si ha la possibilità di valutare
con certezza la causa dell'evento (per es. non si era presenti e non ci sono né testimoni
né segni evidenti di cosa possa essere avvenuto), bisogna agire considerando l'infortunato
vittima di "trauma sospetto", operando quindi appunto come se il trauma fosse realmente
avvenuto.
Valutazione dello stato di coscienza
Il soccorritore che ha valutato che il luogo in cui si trova ed in cui deve operare è sicuro,
inizia la valutazione dello stato di coscienza.
La comunicazione con la persona deve avvenire sfruttando tutti i cinque sensi.
Posti di fronte al corpo steso, per evitare movimenti del collo dell'infortunato, la persona
deve essere scossa leggermente per le spalle e chiamata ad alta voce. Si noti che il solo
stimolo vocale può risultare inutile in caso di persone sorde. Nell'eseguire questa
operazione, il soccorritore presterà attenzione nel reggere una mano dell'assistito, per
prevenire la sua incolumità nel caso questo si risvegli e, in preda al panico o sotto l'effetto
di stupefacenti, tenti di aggredire il soccorritore. Se il paziente non reagisce, allora la
persona è definita incosciente. Nel caso in cui il paziente sia cosciente, può essere
comunque allertata la centrale per l'invio di personale qualificato al fine di controlli più
accurati.
Valutato lo stato di coscienza, si prosegue con le manovre di BLS.
ABC
La seconda fase del BLS consiste in una procedura che viene denominata ABC, dalle
iniziali delle parole inglesi Airway, Breathing, Circulation. Per iniziare l'ABC il soccorritore
deve porre la persona su un piano rigido (generalmente per terra) con gli arti e la testa
allineati in posizione supina (pancia in alto) e con il torace scoperto. Nel fare ciò si tenga
presente che l'infortunato possa aver subito un trauma e della presenza di lesioni al
rachide cervicale quindi applicare collare cervicale.
A questo punto si inizia la valutazione vera e propria.
A: Airways
Il pericolo che corre una persona incosciente è l'ostruzione delle vie aeree: anche la
stessa lingua può cadere all'indietro e impedire la respirazione, a causa della perdita di
tonicità della muscolatura. Prima di ogni altra cosa si procede al controllo del cavo orale
tramite la "manovra a borsellino" che si effettua ruotando assieme l'indice e il pollice sulla
bocca del paziente, come se si dovesse aprire un portaspiccioli. Se sono presenti oggetti
che ostruiscono le vie respiratorie vanno rimossi, con pinze, non introducendo mai le dita
in bocca all'infortunato e facendo attenzione a non spingere il corpo estraneo ancora più in
profondità. Se è presente acqua o altro liquido (per esempio dopo un annegamento)
bisognerà inclinare lateralmente la testa dell'infortunato (o tutto il corpo in più persone se
c'è un sospetto trauma del rachide cervicale, per non muovere il collo) per permettere al
liquido di fuoriuscire. Una volta verificata la pervietà delle vie aeree e quindi l'assenza di
oggetti che possano ostruire il passaggio dell'aria si effettua l'iperestensione della testa,
proprio per evitare un auto-soffocamento con la lingua (questa manovra va fatta
successivamente all'ispezione orale per non spingere ancora più in basso eventuali corpi
estranei presenti all'interno). Per effettuare la manovra dell'iperestensione, vanno poste
una mano sulla fronte, per portare indietro la testa, e due dita sotto il mento, per sollevarlo.
La manovra di iperestensione non dovrà essere violenta né brusca (il collo è molto
delicato) ma dovrà comunque essere efficace. Sempre per questa ragione, nel caso vi sia
un trauma cervicale anche solo sospetto, l'iperestensione dovrà essere sempre evitata
insieme a tutti gli altri movimenti del paziente: solo se dovesse rendersi assolutamente
necessaria (in caso ad esempio di un paziente in arresto respiratorio), la manovra dovrà
essere solo parziale. La posizione di iperestensione va mantenuta fino alla fine della
valutazione ABC.
vie aeree chiuse vie aeree aperte
Manovra della modica estensione del capo
B: Breathing
La fase GAS
Dopo la fase di Airway è necessario controllare se l'infortunato respira. La posizione ideale
per farlo è accostare la guancia alla sua bocca (a circa 3–5 cm),avendo preventivamente
scoperto il torace dagli abiti osservo il torace. Questa manovra è detta "GAS" che sta per
Guardo, Ascolto, Sento:
1. Guardare il movimento del torace
2. Ascoltare il respiro
3. Sentire il flusso d'aria sulla guancia
Questa osservazione deve essere mantenuta per 10 secondi, contando ad alta voce,
mantenendo la testa del paziente iperestesa nel caso si sia certi dell'assenza di un
trauma,(nel trauma è necessario mantenere la posizione neutra del capo e liberare le vie
aeree a mezzo della sublussazione della mascella, onde evitare lesioni al rachide
cervicale). Contare ad alta voce serve a chi interviene nel frattempo, e conosce i
fondamenti della BLS, a capire senza interrompervi che può essere necessario il suo
aiuto. È necessario fare attenzione a non confondere ansimi e gorgoglii emessi in caso di
arresto respiratorio con la respirazione normale.
C: Circulation
Mentre si effettua la manovra GAS il soccorritore valuta se sono presenti elementi che
manifestino la presenza di circolazione interna: movimenti della persona, degli arti, colpi di
tosse, respiro. La manovra è definita MO.TO.RE. (MOvimenti, TOsse, REspiro). Oltre a
queste due operazioni, è possibile la ricerca del polso (anche se varia da regione a
regione per i protocolli 118 di competenza), preferibilmente carotideo (premere con i
polpastrelli di indice e medio sulla carotide, posta lateralmente al pomo di Adamo),
giacché permette la percezione di battito cardiaco anche ad una pressione arteriosa
sistolica (massima) di 50 mmHg, mentre il polso radiale e femorale non permettono di
reperire battito con pressione arteriosa sistolica inferiore a 80 mmHg. Comunque, poiché
non è facile cercare il polso carotideo soprattutto se non si è esperti, la presenza di
MO.TO.RE., anche quando il polso carotideo non è apprezzabile, è una prova certa che il
cuore sta battendo.
La ricerca di segni di circolo (MO.TO.RE.) non deve in nessun modo ritardare le
operazioni di soccorso, per cui in caso di dubbio, si assume che l'attività cardiaca sia
assente.
In assenza di MO.TO.RE. è indispensabile iniziare la rianimazione cardio-polmonare RCP.
Se si è da soli a soccorrere si chiama in questo momento il 118. Se i soccorsi sono stati
già chiamati, è importante confermare che c'è una persona in arresto respiratorio e senza
segni di circolo.
Rianimazione cardio-polmonare
La procedura della rianimazione cardio-polmonare, da effettuarsi su un paziente su una
superficie rigida (una superficie morbida o cedevole rende completamente inutili le
compressioni) consiste in queste fasi:
Massaggio cardiaco
· Il soccorritore si inginocchia a fianco del torace, con la sua gamba all'altezza della
spalla dell'infortunato.
· Rimuove, aprendo o tagliando se necessario, gli abiti dell'infortunato. La manovra
richiede il contatto con il torace, per essere sicuri della corretta posizione delle
mani.
· Colloca le mani direttamente sopra lo sterno, una sopra all'altra, al centro del petto.
Per evitare di rompere le costole, solo il palmo delle mani dovrebbe toccare il
torace. Più in particolare, il punto di contatto dovrebbe essere l'eminenza palmare,
ovvero la parte più inferiore e vicina al polso del palmo, che si presenta più dura e
posta in asse con l'arto. Per facilitare questo contatto può essere utile intrecciare le
dita e sollevarle leggermente.
· Sposta il peso verso avanti, rimanendo sulle ginocchia, fino a che le sue spalle non
sono direttamente sopra le mani.
· Tenendo le braccia dritte, senza piegare i gomiti, il soccorritore si muove su e giù
con determinazione facendo perno sul bacino. Per essere efficace, la pressione sul
torace deve provocare un movimento di circa 4–5 cm per ciascuna compressione.
È fondamentale, per la riuscita dell'operazione, che il soccorritore rilasci
completamente il petto dopo ogni compressione, evitando assolutamente che il
palmo delle mani si stacchi dal torace causando un dannoso effetto di rimbalzo.
· Il ritmo di compressione corretto è di circa 100 compressioni al minuto, ovvero 3
ogni 2 secondi.
Respirazione bocca a bocca
· Dopo ogni 30 compressioni, è necessario praticare 2 insufflazioni con la
respirazione artificiale. La testa viene ruotata all'indietro, il soccorritore chiude il
naso con una mano mentre estende la mandibola con l'altra per mantenere la
bocca aperta. Si noti che, dimenticando di chiudere il naso, l'operazione risulterà
completamente inefficace. È fondamentale che durante le insufflazioni il capo
rimanga iperesteso, giacché una scorretta posizione delle vie aeree espone la
vittima al rischio che entri aria nello stomaco, provocando così facilmente rigurgito.
Quest'ultimo è provocato anche dalla potenza con cui si soffia ovvero se si soffia
troppo forte si manda aria nello stomaco. La respirazione bocca a bocca comporta
l'insufflazione forzata di aria nel sistema respiratorio dell'infortunato, con l'ausilio di
una mascherina o di un boccaio. In caso di mancanza, un fazzoletto di cotone può
essere impiegato per proteggere il soccorritore dal contatto diretto con la bocca
dell'infortunato. Le nuove linee guida del 2005 mettono in guardia il soccorritore dai
rischi dell'iperventilazione: aumento eccessivo della pressione intratoracica, rischio
di insufflazione di aria nello stomaco, eccessivo ritorno venoso al cuore; per questa
ragione le insufflazioni non devono essere eccessivamente energiche, ma emettere
una quantità d'aria non superiore a 500-600 cc (mezzo litro, in un tempo non
superiore al secondo). In ultimo va ricordato che l'aria inspirata dal soccorritore
prima di insufflare deve essere il più possibile "pura", e cioè contenere la più alta
percentuale possibile di ossigeno: per questo tra un'insufflazione e l'altra il
soccorritore dovrà alzare la testa per inspirare a una distanza sufficiente perché
non inspiri l'aria emessa dalla vittima, che presenta una densità di ossigeno minore.
· Ritorna dalla parte del torace e riposiziona le mani nella posizione corretta.
· Ripete il ciclo di 30:2 finché non ci sono segni di MO.TO.RE. senza mai fermarsi,
tranne che per esaurimento fisico o per l'arrivo dei soccorsi.
· Se invece i segni di MO.TO.RE. ritornano presenti (la vittima muove un braccio,
tossisce, muove gli occhi, parla ecc.), occorre tornare al punto B: se quindi la
respirazione è presente, si potrà disporre la vittima in PLS (Posizione Laterale di
Sicurezza), altrimenti si dovranno eseguire soltanto ventilazioni (10-12 al minuto),
ricontrollando ogni minuto i segni di MO.TO.RE. fino alla ripresa completa della
respirazione normale (che è di circa 10-20 atti al minuto).
· La rianimazione deve sempre cominciare con le compressioni salvo nel caso in cui
si tratti di trauma o la vittima sia un bambino: in questi casi si comincerà con 5
insufflazioni, per poi proseguire normalmente con l'alternanza compressioniinsufflazioni.
Questo avviene perché in caso di trauma si presume che l'ossigeno
presente nei polmoni dell'infortunato non sia in quantità sufficiente a garantire
l'efficienza della circolazione sanguigna; a maggior ragione, a titolo precauzionale,
si inizierà con le insufflazioni in caso la vittima sia un bambino, in virtù del fatto che
è presumibile che un bambino, godendo di buone condizioni di salute, si trovi in
stato di arresto cardiaco per cause dovute con maggiore probabilità a trauma o ad
un corpo estraneo penetrato nelle vie aeree.
Il soccorritore smetterà il massaggio cardiaco esclusivamente se:
· si modificano le condizioni del luogo, che non diventa più sicuro. In caso di grave
pericolo il soccorritore ha il dovere di mettersi in salvo.
· arriva l'ambulanza con medico a bordo o l'auto medica inviata dal 118.
· arriva soccorso qualificato con una più efficace attrezzatura
· è sfinito e non ha più forze (anche se in questo caso in genere si chiedono i cambi,
che dovranno avvenire a metà delle 30 compressioni, in maniera tale da non
interrompere il ciclo compressioni-insufflazioni).
· il soggetto riprende le funzioni vitali
La posizione laterale di sicurezza (PLS)
Posizione laterale di sicurezza
Se la respirazione torna ad essere presente, ma il paziente è ancora in stato di
incoscienza e non si suppone un trauma, esso va posizionato in posizione laterale di
sicurezza. Per far ciò bisogna flettere un ginocchio e portare il piede della medesima
gamba sotto il ginocchio della gamba opposta. Bisogna far scivolare il braccio opposto alla
gamba flessa sul terreno finché non sia perpendicolare al tronco. L'altro braccio va posto
sul torace, in modo che la mano passi sul lato del collo. Successivamente il soccorritore
deve porsi sul fianco che non presenta il braccio esteso esternamente, infilare il proprio
braccio fra l'arco formato dalle gambe del paziente e con l'altro afferrare la testa. Facendo
leva sulle ginocchia, bisogna far rotolare delicatamente il paziente sul fianco del braccio
esterno, accompagnando il movimento della testa. La testa va poi iperestesa e mantenuta
in tale posizione sistemando sotto la guancia la mano del braccio che non tocca terra.
Questa posizione ha lo scopo di mantenere le vie aeree pervie ed evitare che improvvisi
getti di vomito occludano la cavità respiratoria ed entrino nei polmoni, danneggiandone
l'integrità. Con la posizione laterale di sicurezza ogni liquido emesso viene espulso fuori
dal corpo.
BLS nei neonati
Un BLS applicato ad un neonato-manichino
Il metodo per la BLS nei bambini da 12 mesi a 8 anni è analogo a quello utilizzato per gli
adulti. Ci sono tuttavia delle differenze, che tengono conto della minore capacità
polmonare dei bambini e del loro ritmo di respirazione più veloce. Inoltre, è necessario
ricordare che le compressioni devono essere meno profonde di quanto sia necessario
negli adulti.
Si comincia sempre con 5 insufflazioni, prima di procedere al massaggio cardiaco che ha
un rapporto fra compressioni e insufflazioni di 15:2. A seconda della corpulenza del
bambino, si potranno effettuare compressioni con entrambi gli arti, un arto solo, o anche
soltanto due dita (neonati).
In ultimo va ricordato che, dal momento che nei bambini la normale frequenza cardiaca è
più elevata che negli adulti, in presenza di un bambino che presenti attività circolatoria con
frequenza cardiaca inferiore a 60 puls./min bisognerà comportarsi come in caso di arresto
cardiaco.
Esercitarsi nel BLS
Un manichino usato durante le prove del BLS
Ogni manovra a scopo didattico deve essere effettuata esclusivamente sul manichino, dal
momento che le manovre di BLS sono estremamente invasive e non possono essere
praticate se non in caso di assoluta necessità. Non è raro che una manovra di BLS
provochi la frattura di una o più coste. Per questo motivo si utilizza un attrezzo didattico
che riproduce il corpo umano ed è in alcuni casi attrezzato con una serie di sensori per
aiutare a valutare ed eventualmente correggere le manovre svolte dal soccorritore.
Nello specifico segnaliamo che il manichino più diffuso per tali situazioni è il Resusci-
Anne, che rappresenta il corpo di una donna di media corporatura (la scelta del sesso è
dovuta al fatto che la presenza dei seni complica leggermente la manovra di
compressione); generalmente comunque tutti i manichini hanno un grosso stantuffo
interno che simula la resistenza alla compressione media di un torace umano; un canale
aereo che collega la bocca al torace, in modo che una corretta insufflazione faccia alzare il
livello del petto; il collo e la mandibola snodabili per poter simulare l'iperestensione; una
pompetta a tubo che permetta all'esaminatore di simulare la presenza di polso carotideo.
Esistono in rete simulatori interattivi per esercitarsi nel BLS: uno è BLS OnTheRoad 2.09,
conforme alle linee guida IRC 2005.

domenica 18 marzo 2012

LA LANCIA DI LONGINO TRA STORIA E LEGGENDA


Nel VII secolo, nel mondo cristiano, grazie anche ai numerosi ritrovamenti effettuati dai
cavalieri crociati in Terra Santa, si assiste progressivamente alla nascita di un fenomeno socioreligioso, la venerazione delle reliquie, che interessa, senza distinzione di ceto, tutti gli strati della società dell’epoca. La maggior parte delle “reliquie” recuperate, consistenti in vari oggetti ritenuti sacri dalla tradizione cristiana ed in pezzi anatomici sottratti alle spoglie mortali dei santi, era, tuttavia, costituita da semplici manufatti spacciati, talvolta anche involontariamente, per cimeli sacri ed esposti a pagamento alla venerazione dei fedeli per finanziare la costruzione delle cattedrali. Le reliquie più ricercate erano indubbiamente quelle relative alla Passione ed alla Crocifissione di Gesù Cristo, intorno alle quali fiorirono numerose leggende, tra cui quella, molto diffusa, secondo la quale S. Elena (257 - forse Costantinopoli 330 o 336 c.), madre dell’imperatore Costantino il Grande (Naisso, Dacia, 280 – presso Nicomedia 337), recatasi a Gerusalemme nel 323 d.C., rinvenne, nascoste in un anfratto roccioso nei pressi della città, la croce di Gesù e quelle di Disma e Gesta, i due ladroni che vennero crocifissi assieme al Figlio di Dio sul Golgota. La santa portò a
Roma il patibulum della croce sulla quale venne crocifisso Disma, il brigante che, poco prima di spirare, riconobbe i propri peccati e chiese a Gesù di accogliere la sua anima nel Regno dei Cieli.
La reliquia venne successivamente collocata in Santa Croce di Gerusalemme, ove è attualmente custodita ed è possibile ammirarla. Nel corso dei secoli, tuttavia, il numero delle reliquie della crocifissione aumentò progressivamente e quantunque Gesù si fosse immolato su una sola croce ed i chiodi con cui gli trafissero i polsi ed i piedi fossero stati tre o al massimo quattro, già nel XII secolo, in Europa, esposte nelle varie chiese e cattedrali, era possibile ammirare una decina di croci e non meno di ventisette chiodi!!
Il primo a sostenere l’esistenza di un’altra reliquia legata alla Passione, la Lancia di
Longino, fu S. Gregorio di Tours (Clermont 538 c. – Tours 594), nel VI secolo. Secondo i Vangeli Canonici, subito dopo la morte di Gesù, il suo costato venne trapassato da un violento colpo di lancia inferto da un soldato romano. I Vangeli Apocrifi ed una tradizione popolare millenaria riferiscono che, ad oltraggiare il corpo senza vita del Figlio di Dio, fu un centurione romano, Gaio Cassio Longino, soprannominato Longino l’Isaurico in quanto originario della provincia di Isauria, situata nell’attuale Turchia. Il Vangelo di Giovanni (Gv 19, 20) riporta che dalla profonda ed ampia ferita inflitta a Gesù fuoriuscirono sangue ed acqua e secondo la tradizione, la lancia del centurione romano, nel momento in cui l’estremità acuminata entrò in contatto con il sangue del Salvatore, acquistò istantaneamente straordinari poteri miracolosi.
La Lancia di Longino è strettamente legata ai miti arturiani ed alle leggende sul Santo
Graal, difatti è uno degli oggetti sacri che si susseguono nella “Processione del Graal”, descritta da Chretien de Troys in uno dei primi poemi arturiani dal titolo “Perceval le Gallois ou le Conte du Galle”, scritto intorno al 1190. Esiste anche un poema epico medievale irlandese, il “Da Shea Arturaiokta”, in cui Melora, l’indomita figlia guerriera di Re Artù, grazie alla Lancia Sacra donatale dal Re di Babilonia in segno di gratitudine per aver sconfitto il suo acerrimo nemico, il Re d’Africa, scioglie un potente incantesimo di cui era vittima l’innamorato Orlando.
Secondo la tradizione degli antichi Celti, creature provenienti dalle profondità dello spazio
siderale e successivamente divinizzate dal popolo, gli onniscienti Tuatha de’ Danaan, avrebbero regnato, in un remotissimo passato, sull’Irlanda e prima di ritirarsi per l’eternità nel Tir na n’og, il paese dell’”Età dell’oro”, avrebbero omaggiato i propri sudditi con quattro potenti oggetti magici in grado di trasmettere la conoscenza a chiunque ne fosse entrato in possesso; tali oggetti erano la Pietra di Fal, la Spada di Nuada, il Calderone di Dagda e la Lancia di Lugh. Quest’ultima, portentosa arma dai terribili poteri distruttivi e dalla cui estremità scaturiscono scintille e stilla sangue, è talmente potente che, quando il dio Lugh non la brandisce, deve essere immersa nel Calderone di Dagda ricolmo di sangue e veleno, in modo tale che non bruci e distrugga tutto ciò che la circonda.
E’ interessante notare come i quattro oggetti succitati, con delle lievi modifiche dovute alle
influenze culturali del cristianesimo, ricorrano, custoditi nel Castello del Graal, anche nelle
leggende sul Santo Calice e nei miti di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, come
riportato da varie opere della tradizione cavalleresca codificate nella “Materia di Bretagna”. La Lancia di Lugh, difatti, nel corso dei secoli, ha assunto progressivamente connotati cristiani, si è cioè “cristianizzata”, subendo una metamorfosi storico-narrativa e diventando la Lancia di Longino, l’arma magica con cui il re-sacerdote Anfortas, custode del Graal, viene ferito gravemente diventando sterile e divenendo celebre con il nome di “Re Ferito”. Il “Colpo Doloroso” inferto con la Lancia di Longino al “Re Ferito”, conosciuto anche come “Re Pescatore”, rende sterile anche la terra e fa sprofondare l’Inghilterra in un abisso di profonda desolazione, periodo noto come Waste Land, la Terra Desolata. La Spada di Nuada, nel Castello del Graal dei miti arturiani, è un’arma dotata di poteri magici e da essa hanno avuto origine molte altre spade, tutte invariabilmente pervase da una misteriosa e potente forza sovrannaturale quasi senziente: la Spada di Davide o Spada dagli Strani Pendagli, impiegata dal re Varlan per uccidere il re Lambor; la Spada Drnwyn, appartenuta al re Rhydderch il Generoso; la celebre spada nella roccia, che il giovane Artù, sotto la tutela di Myrddyn, meglio conosciuto come Mago Merlino, riuscì ad estrarre senza il minimo sforzo a Londra e che successivamente si spezzò in battaglia; l’Excalibur (o Caliburnus o
Caledfwlch o Caladbolg, letteralmente “Fulmine Solido”), forgiata da Wieland, il fabbro degli dei e donata a Re Artù da Viviana, la Signora del Lago; la spada di Carlo Magno, nella cui elsa, secondo la tradizione, venne introdotto uno dei chiodi utilizzati per crocifiggere Gesù e per questo dotata di poteri miracolosi; la Durlindana, la spada che rende invincibile il paladino Orlando nella “Chanson de Roland”. Il Calderone di Dagda è diventato invece la coppa in cui Gesù bevve il vino durante l’Ultima Cena ed in cui, secondo la tradizione, Giuseppe d’Arimatea, ricco commerciante, illustre membro del Sinedrio e discepolo segreto di Gesù, ne raccolse il sangue durante la
crocifissione: il Santo Graal. La Pietra di Fal, infine, si è trasformata nel Santo Piatto su cui venne
posta la testa di S. Giovanni il Battista. Questi quattro oggetti influenzarono profondamente la
cultura dei secoli successivi, a tal punto, secondo alcuni studiosi, da ispirare il disegno dei semi
delle carte da gioco italiane; dalla Pietra di Fal/Santo Piatto, difatti, sarebbero derivati i Denari,
dalla Spada di Nuada le Spade, dal Calderone di Dagda/Santo Graal le Coppe e dalla Lancia di
Lugh/Lancia di Longino i Bastoni.
Esemplari “originali” di Lance Sacre furono esposti nelle chiese di mezza Europa: a Parigi,
dove ne fu portato uno al tempo delle crociate, a Norimberga, a Bordeaux, a Mosca, a Vienna, a
Cracovia, dove ne fu collocato uno all’interno di una chiesa ed in Vaticano, dove i fedeli poterono
venerare ben due lance sacre. La tradizione narra che uno degli esemplari custoditi dalla Santa
Sede venne realizzato da Fineas, nipote di Aronne e gelosamente custodito da Giovanni
Crisostomo (Antiochia 344 c. – Cumana, Cappadocia 407), uno dei “Padri della Chiesa”. In
seguito la lancia venne trasferita da Gerusalemme ad Antiochia, dove fu ritrovata nel 1098 e grazie
ad essa, secondo la leggenda, gli abitanti tolsero la città dall’assedio dei Saraceni. Nel XIII secolo
re Baldovino II (Costantinopoli 1217 – forse Trani 1274), imperatore di Costantinopoli, consegnò
l’arma a Luigi IX (San Luigi; forse Poissy 1215 – presso Tunisi 1270), il quale la collocò nella
Sainte-Chapelle a Parigi, dopodiché, nel 1492, venne acquistata da Papa Innocenzo VIII
(Genova 1432 – Roma 1492).
La lancia conosciuta come Heilige Lance (Lancia Sacra) ed esposta nella Weltliche
Schatzkammer (la Stanza del Tesoro) del palazzo dell’Hofburg a Vienna, sarebbe giunta nelle
mani di Maurizio (III secolo), comandante di un distaccamento dell’esercito romano noto come la
Legione Tebana. Nel 285 d.C, i 6666 soldati di Maurizio si rifiutarono di prendere parte ad una
cerimonia pagana e senza opporre la minima resistenza, si lasciarono trucidare dal generale
Massimiano (240-50 – 310), il quale, poco dopo, venne proclamato co-imperatore da Diocleziano
(forse Salona o Spalato 243 c. – ivi 313). La Lancia di Longino passò a Costanzo Cloro (m. 306)
e quindi a Costantino il Grande, suo figlio, il quale, abbandonato il paganesimo per abbracciare la
fede cristiana, la brandì in occasione della celebre battaglia di Ponte Milvio, durante la quale, nel
312 d.C., sbaragliò le truppe di Massenzio (278 c. – 312) riportando una schiacciante vittoria. Con
il trascorrere dei secoli la Lancia Sacra passò di mano in mano, da imperatore ad imperatore e fu
grazie ad essa che, secondo la leggenda, nel 385 d.C Teodosio (Cauca, Spagna 347 c. – Milano
395) sconfisse i Goti, nel 425 d.C. il generale Flavio Ezio (390 c. – 453) respinse Attila e Carlo
Martello (689 c. – 741), nel 733 d.C., sconfisse gli arabi a Poitiers. La Heilige Lance, in seguito,
passò da Carlo Magno (742 – Aquisgrana 814) agli imperatori Sassoni, tra cui Ottone I il Grande
(912 – Memleben 973), agli Hohenstaufen, nella persona di Federico Barbarossa (1115 c. –
1190) ed infine agli Asburgo, che la collocarono nella Stanza del Tesoro del palazzo dell’Hofburg
a Vienna. Una volta posta all’Hofburg, venne aperta una fenditura nella lama della lancia,
all’interno della quale venne introdotto un chiodo ritenuto essere uno di quelli impiegati per
crocifiggere Gesù. Nel 1909 Adolf Hitler (Braunau, Alta Austria, 1889 – Berlino 1945), allora
ventenne, si recò in visita al palazzo dell’Hofburg per ammirare il tesoro degli Asburgo, esposto
nella Stanza del Tesoro. L’attenzione del futuro dittatore venne attirata dalla Lancia di Longino e
ne rimase talmente affascinato, quasi stregato, che sostò a lungo di fronte alla teca di cristallo che
la custodiva. Ciò che affascinò Hitler fu, in particolare, il chiodo assicurato all’asta, che la tradizione
ritiene appartenere al gruppo di tre o quattro chiodi impiegati dai romani per crocifiggere Gesù.
Walter Johannes Stein, in gioventù amico personale di Hitler, riferì che la passione del gerarca
nazista per l’occultismo ed i manufatti sacri ed esoterici nacque a seguito della bizzarra esperienza
vissuta nella Stanza del Tesoro del palazzo dell’Hofburg, esperienza che lo indusse a
documentarsi sulla storia della reliquia viennese. Sempre più travolto da una delirante e morbosa
passione per le scienze occulte e l’esoterismo, arrivò persino a convincersi di essere la
reincarnazione di Landolfo II di Capua (m. 961 c.), sanguinario e crudele principe longobardo e
che i poteri miracolosi della lancia lo avrebbero aiutato ad uscire vincitore dalla Seconda Guerra
Mondiale ed a conquistare il mondo. Una notte di Marzo del 1938, a seguito dell’Anschluss, ossia
dell’annessione forzata dell’Austria alla Germania, Hitler diede ordine di trasferire la Lancia Sacra
a Norimberga, dove venne provvisoriamente collocata nella chiesa di S. Caterina che diventò
ben presto un luogo di culto, un vero e proprio santuario mistico-esoterico nazista, sorvegliato e
protetto a vista giorno e notte. Fu in questa chiesa, peraltro, che il celebre compositore Richard
Wagner (Lipsia, 1813 – Venezia 1883), affiliato ad alcune Società Segrete Esoteriche tedesche
come Adolf Hitler, ambientò uno dei brani più suggestivi dei Maestri Cantori. Dopo la disfatta di
Stalingrado, Hitler ritenne che la Lancia di Longino dovesse essere trasferita in un luogo più sicuro
ed ordinò che fosse portata in un nascondiglio segreto a prova di bomba, in una galleria situata
sotto l’antica fortezza di Norimberga che venne adeguatamente attrezzata come una camera
blindata. Il 13 Ottobre 1944 i bombardieri alleati rasero al suolo Norimberga e la Oberen Schmied
Gasse (Vicolo Superiore dei Fabbri), la strada in cui si trovava l’accesso al tunnel con la camera
blindata, venne completamente distrutta. Il 20 Aprile 1945 gli alleati occuparono la città ed alcuni
individui che erano a conoscenza dell’esatta ubicazione del nascondiglio segreto della Lancia
Sacra si suicidarono prima di venire fatti prigionieri dagli anglo-americani; tra questi vi era anche il
borgomastro di Norimberga, Willy Lebel, il cui appartamento venne meticolosamente perquisito da
ignoti per assicurarsi che non vi fossero indizi che avrebbero potuto condurre gli alleati al bunker
segreto. Il 30 Aprile 1945, alle 14:10, poche ore prima che Adolf Hitler si suicidasse nel bunker
corazzato della cancelleria a Berlino, gli uomini dell’O.S.S., su ordine dello statista inglese, Sir
Winston Leonard Spencer Churchill (Blenheim Palace, Oxford, 1874 – Londra 1965), che tempo
prima aveva sottolineato “l’importante necessità strategica” di trovare l’arma, penetrarono nella
camera blindata e recuperarono la Lancia Sacra. Il generale Patton, che diresse le operazioni di
recupero della lancia, confessò ai giornali di essere stato tentato, per qualche istante, di tenere per
sé l’arma, essendo convinto, come Hitler, che essa avesse poteri miracolosi, tuttavia, prevalse il
buon senso e la lancia venne restituita all’Austria dove è tuttora possibile ammirarla all’Hofburg di
Vienna.
Nel saggio intitolato “Adolf Hitler and the secrets of the Holy Lance”, pubblicato a tiratura
limitatissima da una misconosciuta casa editrice della cittadina di Stelle, in Illinois (U.S.A.), gli
autori, il Colonnello Howard A. Buechner ed il Capitano Wilhelm Bernhardt, sostengono che
Heinrich Himmler (Monaco di Baviera 1900 – Luneburgo 1945), il numero tre del Terzo Reich
nonché fondatore del corpo speciale d’assalto delle SS, ordinò ad un abilissimo artigiano
giapponese di realizzare una copia della Lancia di Longino che fosse identica all’originale. Nel
1943, secondo gli autori del testo, la falsa reliquia venne portata a Norimberga mentre l’originale
venne trasferito, a bordo di un sottomarino, l’U-Boot 530, in un nascondiglio segretissimo da
qualche parte tra le montagne innevate del ghiacciaio Muhlig Hiffman, in Antartide. Il manufatto
sacro, successivamente, venne recuperato da alcuni membri di una fantomatica, misteriosa e a
quanto pare anche molto ben organizzata Società Segreta Esoterica conosciuta come l’Ordine dei
Cavalieri della Lancia Sacra e sarebbe attualmente custodito da un gruppo di fidati iniziati in una
località segreta. Secondo una diversa versione della vicenda la Heilige Lance non fu mai
recuperata dal nascondiglio segreto in Antartide ma si trova ancora in loco, sorvegliata da alcuni
membri dell’Ordine dei Cavalieri della Lancia Sacra al fine di mantenere la giustizia, la pace e
l’ordine nel mondo.