Le letture di Cayce non solo confermano l’esistenza di questo
famoso oggetto
sacro, ma rivelano anche la sua importanza per noi oggi
L’Arca dell’Alleanza, un tesoro venerato degli ebrei, viene
menzionata oltre 200
volte nell’Antico Testamento (sotto vari nomi come l’Arca, Arca
della
Testimonianza, Arca del Signore, ecc.) e anche il Nuovo
Testamento allude ad essa.
Questa cassa di legno, ricoperta d’oro, con anelli ai lati per
accogliere lunghe
stanghe per trasportarla, conteneva tre oggetti sacri e emanava
una forza d’energia
capace di folgorare quelli che la toccavano. Non solo viaggiò
con gli israeliti
durante il loro viaggio di 40 anni verso la Terra Promessa, ma
più tardi Salomone
onorò l’Arca dell’Alleanza (in seguito chiamata l’”Arca”)
costruendo un Tempio e
collocandola in una zona sacra, il “Sancta Sanctorum” (I Re
8,1-21). Quando
Gerusalemme fu invasa e il tempio distrutto, l’Arca scomparve e
ancora oggi
abbondano le teorie riguardo al suo attuale luogo di riposo. Le
letture di Cayce non
solo confermano l’esistenza di questa “reliquia” famosa, ma
rivelano anche la sua
importanza per noi oggi.
LA CREAZIONE E LO SCOPO DELL’ARCA
La storia di questa reliquia comincia con gli israeliti
(discendenti di Abramo che
onorava un solo Dio), a cui fu ingiunto di lasciare la schiavitù
in Egitto e di cercare
una terra per loro. Mosè, scelto dal Signore come il loro capo,
fece sette viaggi alle
alture più elevate del monte Sinai per comunicare direttamente
con Dio (Geova) e
ricevere i Dieci Comandamenti , così come altre leggi e
regolamenti necessari per la
guida e per favorire l’ubbidienza. A Mosè fu inoltre indicato di
costruire l’Arca, un
centro mobile di venerazione, che avrebbe accompagnato la gente
nel loro viaggio:
“Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro.”
(esodo 25,28)
Il modello di Dio per l’Arca istruì di costruirla di legno
Shittim (una varietà di acacia)
– di due cubiti e mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di
larghezza e altezza
(circa 110×60×60 cm) – e rivestita di oro puro all’interno e
all’esterno (Edgar Cayce
indicò una lunghezza di circa 70 cm per un cubito nella
lettura 281-25 riguardo al
Tempio della Bellezza e al Tempio del Sacrificio dell’antico
Egitto.). Sui due lati di
questa cassa due anelli d’oro accoglievano le stanghe rivestite
d’oro usate per
trasportala. Sul coperchio o Propiziatorio due cherubini dorati,
con le facce rivolte
l’una verso l’altra con le ali stese che si toccano, formavano
il trono di Dio (il
“seggio della misericordia”) (Esodo 25). In questa area Dio
promise che avrebbe
interagito con Mosè: “Io ti darò convegno in quel luogo …” e che
avrebbe dato tutti i
comandamenti per i figli d’Israele (Esodo 25,22). Artigiani
esperti, Bezaleel e
Aholiab, furono scelti per costruire l’Arca e per preparare il
Tabernacolo (tenda
portatile) che l’avrebbe conservata quando la gente non era in
viaggio (esodo 36).
Inizialmente furono riposte all’interno dell’Arca le due
tavolette di pietra con, incisi, i
Dieci Comandamenti; la Verga di Aronne, che era germogliata,
rappresentava
l’autorità di Dio; e un’urna d’oro contenente la manna, simboleggiando
la
provvidenza di Dio (Lettera agli Ebrei 9,4).
IL POTERE DELL’ARCA
La Bibbia e altre fonti sostengono chiaramente che l’Arca era
una potente fonte
d’energia, capace di creare una carica elettrica abbastanza
forte per folgorare le
persone. Esistono molte teorie diverse per spiegare quale fosse
l’origine
dell’energia dell’Arca. Probabilmente l’Arca ha fatto da
elemento di batteria
elettrochimico, alimentato dalla fermentazione della manna, che
deriva dal frassino
(Fraxinus ornus). La manna fermentata si scompone in una
forma di acido che
poteva essere conservato nell’urna d’oro dell’Arca. Poi
l’energia elettrica può
essere stata prodotta dalle reazioni chimiche all’interno – lo
stesso principio dietro
le batterie galvaniche e voltaiche, dalla fine del diciottesimo
all’inizio del
diciannovesimo secolo. Sebbene l’argento ed il rame siano
conduttori superiori di
elettricità, anche l’oro è assai apprezzato perché resiste quasi
completamente alla
formazione di composti non conduttivi, principalmente ossido,
sulla sua superficie.
Indipendentemente dalla fonte esatta del suo potere, la Bibbia
insinua che l’Arca ha
il potere di uccidere o causare distruzione per coloro che
sfidano la volontà di Dio.
Fra le “vittime” dell’Arca un uomo di nome Uzza “… stese la mano
verso l’arca di
Dio e l’afferrò … e l’ira del Signore si accese contro Uzza; e
Dio lo percosse per la
sua colpa ed egli morì sul posto, presso l’arca di Dio” (2
Samuele 6, 6-7). Uzza non
aveva onorato due delle condizioni essenziali salde riguardo
all’Arca. Innanzitutto,
dato che questa cassa famosa aveva in sé la presenza di Dio, era
un oggetto sacro
che conteneva l’ammonimento diretto “… non toccheranno le cose
sante, perché
non muoiano” (Numeri 4,15). Inoltre sbagliò permettendo che
l’Arca fosse
trasportata su un carro. Dio aveva specificatamente ordinato di
non togliere mai le
lunghe stanghe portanti dall’Arca: “Le stanghe dovranno rimanere
negli anelli
dell’Arca; non dovranno essere tolte di lì” (Esodo 25,15).
Questo perché le stanghe
sarebbero state appoggiate sulle spalle degli uomini, così che
l’Arca potesse essere
trasportata in sicurezza su un terreno aspro. Cayce allude a
questo episodio nella
lettura 262-72: “Non essere troppo ansiosa; poiché chi è troppo
ansioso è come
Uzza”. Questa lettura ci ricorda che Uzza fu dalla parte del
torto soprattutto perché
era “troppo ansioso” e pensava di poter prendere una scorciatoia
alla volontà di
Dio. Non aveva ancora imparato a “confidare nel Signore con
tutto il cuore e non
appoggiarti sulla tua intelligenza …” (Proverbi 3,5).
Durante il loro viaggio, l’Arca veniva sempre portata almeno
2000 cubiti (o passi)
davanti al popolo ebraico (Giosuè 3,4). Il Midrash,
un’interpretazione ebraica del
testo biblico, spiega che l’energia che emanava da essa sgombrava
il passaggio da
serpenti, scorpioni e spine (T.Va Yakhel, 7). Quando Dio ordinò
agli israeliti di
conquistare la città murata di Gerico, furono fornite istruzioni
specifiche secondo
cui l’Arca doveva essere portata intorno alla città accompagnata
dal suono di
trombe. La Bibbia afferma che, il settimo giorno di questo
procedura, il muro crollò,
permettendo l’ingresso nella città (Giosuè 6, 1-21).
In una battaglia accesa con i filistei, gli israeliti furono
sconfitti e il loro nemico
s’impadronì dell’Arca e la trasferì nella sua comunità.
All’istante una grande statua
del loro dio, Dagon, si rovesciò e infine si frantumò, e
seguirono altre sventure.
Dopo sette mesi di sofferenza i filistei restituirono l’Arca
agli israeliti che vivevano
nella comunità di Bet-Semes. Benché la gente lì si rallegrasse,
“guardò l’arca del
Signore …” (un atto vietato da Dio) e oltre 50.000 morirono (1
Samuele 6, 19). In un
altro esempio del potere dell’Arca, due uomini, Nadab e Abiu, si
assunsero il
compito di portare un “fuoco illegittimo” per offrire un
sacrificio al trono di Dio
sull’Arca e morirono lì per un “fuoco che si staccò dal Signore”
(Levitico 10, 1-2).
Anche se non si riferì specificatamente al potere che emanava
dall’Arca, Cayce
spiegò: “… ogni vibrazione diventa elettrica nella sua azione e
nel suo effetto”
(2492-5). “Elettricità o vibrazione è quella stessa energia, la
stessa potenza che
chiamate Dio. Non che Dio sia una luce elettrica o una macchina
elettrica, ma quella
vibrazione che è creativa è di quella stessa energia come la
vita stessa” (2828-4).
La tradizione orale si riferisce a “scintille” o una radiosità
dinamica che forma un
arco fra i due cherubini dorati sul coperchio dell’Arca, forse
fungendo da terminali
positivo/negativo. Come ricorda la Bibbia: “In mezzo ai due
cherubini che saranno
sull’arca della testimonianza,” disse il Signore a Mosè, “ti
darò i miei ordini riguardo
ai figli d’Israele” (Esodo 25, 22).
Questa cassa sacra era coperta di tele di lino e pelli d’animali
quando viaggiavano e
circondata di tendine quando stavano fissi in un posto. Il
famoso ingegnere
elettrotecnico Nikola Tesla (1856-1943), “il padre
dell’elettricità”, ipotizzò che l’Arca
fosse “una macchina in cui l’elettricità veniva generata per
mezzo dell’attrito
dell’aria contro le tendine di seta e accumulata in una cassa
costruita come un
condensatore”, un tipo di elettricità statica o un accumulatore
elettromagnetico.
Tesla, che aveva un grandissimo rispetto per la Bibbia, scrisse:
“… Senza dubbio
Mosè fu un elettricista pratico e abile molto in anticipo sui
tempi.”
L’elettricità statica fu prodotta con successo nella “batteria
di Baghdad” (paese dei
sumeri, circa 2500
a.C.), ed esperimenti con un comune contenitore di
vetro, la
grande bottiglia di Leida, dimostrarono che l’energia elettrica
può essere generata
in modo molto semplice. (Forse l’Arca vibrava con regolarità ad
una bassa intensità
di elettricità statica, ma le veniva infusa un’energia superiore
quando lo Spirito
Santo di Dio direttamente trasmetteva dei messaggi attraverso
essa.)
Secondo la leggenda, quando l’Arca era riposta nel Tempio di
Salomone nel
“Sancta Sanctorum”, il sacerdote che entrava in quell’area per
offrire dei sacrifici
aveva una corda legata intorno alla gamba; nel caso fosse morto
in seguito alla
forte energia poteva essere tirato fuori senza mettere in
pericolo altre persone.
L’ARCA E LE LETTURE
Cayce conferma la descrizione nell’Antico Testamento della
costruzione dell’Arca.
Ad almeno sette individui che ricevettero delle letture sulle
loro vite passate fu detto
che avevano partecipato alla costruzione, decorazione o al
trasporto di questa
famosa cassa dorata. Queste persone erano conosciute in questa
incarnazione
passata come: Belda, che era stato “un inserviente nelle
attività riguardo al servizio
stesso del tempio” e “nei preparativi delle tende intorno
all’Arca” (1000-14);
Jehocehan, “aiutò quelli a montare a Gilgal … l’Arca
dell’Alleanza …” (1033-1); un
altro, Areil, aiutò a decorare l’Arca (1123-1); Barthuel, lavorò
“con metalli così come
con il legno”, partecipando all’iniziale costruzione dell’Arca
(1747-3); Abiden, fu
noto “per il disegno dell’Arca in particolare, i suoi contenuti,
la sua fattura, i
tendaggi per il luogo sacro” (2398-2); Shaib, “preparò i
tendaggi” durante la
costruzione dell’Arca (3706-2); Emeliel, fu riconosciuto come
uno “che portò l’Arca”
(5275-1).
Queste letture specifiche di Cayce per individui che erano
vissuti in tempi
dell’Antico Testamento non solo affermano il concetto della
reincarnazione, ma
richiamano anche in mente la forte possibilità che anche noi
siamo vissuti in
quell’epoca. Consideriamo, quindi, che il viaggio attraverso il
“deserto” verso la
“Terra Promessa” di quella gente dagli strani nomi potrebbe
far parte delle nostre
storie personali!
DOV’E’ L’ARCA PERDUTA OGGI?
Fra i rotoli del mar Morto trovati a Qumran (1952) fu il rotolo
di rame che elencava i
tesori sacri salvati dal tempio di Salomone. Disse che “tutto
l’oro e l’argento del
Grande Tabernacolo [enfasi dell’autore] e i suoi tesori …”
erano nascosti nella valle
di Anchor “sotto la collina su cui si deve salire …” Un’altra
fonte sosteneva che il
profeta Geremia “trovò un vano a forma di caverna in cui
introdusse il tabernacolo e
l’arca e l’altare degli incensi e sbarrò l’ingresso (2 Maccabei,
2, 5)
Le letture di Cayce mettono in chiaro: “Perché – perché si è
preso così poco in
considerazione come, con il ritorno, si è pensato così poco al
fatto dove fosse l’arca
dell’alleanza, che doveva per sempre restare nel Sancta
Sanctorum? L’Arca non era
stata distrutta e non fu distrutta, né rimossa, finché arrivò il
Principe di Pace, che
dichiarò che ‘né in questa città né su questo monte, bensì nei cuori
degli uomini ci
sarà l’incontro nel Sancta Sanctoruma.’” (1000-14)
Di conseguenza, benché l’Arca (npascosta) ancora esista, Dio non
comunica più
attraverso essa. Invece la Coscienza Cristica è “il tabernacolo
più grande e più
perfetto, non costruita da mano di uomo …” (Lettera agli Ebrei
9,11) “Porrò le mie
leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori …” (ibid.
8, 10).
Cayce raccomandò: “Sta vicino all’Arca dell’Alleanza che è
dentro di te, sapendo
che il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo devono passare dentro
e attraverso di te se
vuoi avvicinarti di più vicino alla pienezza dei tuoi scopi
sulla Terra” (5177-1). Perciò
quella stessa energia che una volta pulsava fra le ali stese dei
due cherubini dorati
sull’Arca ora si muove in ognuno di noi – formando un arco fra
la nostra ghiandola
pituitaria e quella pineale – quando la nostra natura spirituale
si sveglia e
silenziosamente cerca la comunione con il Signore.
Possiamo ipotizzare che il concetto dell’Arca dell’Alleanza si
sia gradualmente
evoluto nella costruzione di chiese, dove la gente s’incontrava
per glorificare Dio e
mantenere il contatto con Lui, sempre chiedendo il suo
intervento nelle loro vite.
Ma che si manifestasse da una cassa dorata, una grande
cattedrale o da dentro di
noi, il Creatore è sempre rimasto vicino ai Suoi figli,
offrendo guida, rassicurazione,
speranza, amore e
perdono.